Prima l'uno e poi l'altro, tutto in una sera. I due Andrea Bocelli, quello classico e quello pop, si sono presentati insieme sul palco del Teatro del Silenzio, a Lajatico, a pochi passi dal casale dove il tenore è nato quasi 65 anni fa. L'occasione non è niente male: i 30 anni di carriera di uno degli italiani più famosi del mondo, senza dubbio il più seguito in ogni continente e a ogni livello, dall'uomo della strada al Presidente degli Stati Uniti. A proposito, ha cantato per l'insediamento di tanti presidenti Usa, ora c'è la sfida Trump-Biden: «Conosco il primo ma conosco molto bene anche il secondo per il quale ho avuto il piacere di cantare più volte. Come andrà? L'unica certezza è che la violenza non è mai la risposta giusta (si riferisce all'attentato a Trump - ndr). Credo sia corretto attendere il verdetto di una democrazia come quella Usa», ha detto lui dopo lo show. Ora è così appealing, così di tendenza, che è capace di radunare sullo stesso palco Johnny Depp e Josè Carreras, Zucchero e Lang Lang, Placido Domingo, Will Smith e Russell Crowe (tra l'altro strepitoso e imprevisto in una versione di Take this waltz di Leonard Cohen che pochi altri avrebbero reso così bene). E i prossimi trenta anni? «Per mia indole eviterei sempre di fare progetti a lungo termine...» scherza.
In poche parole Andrea Bocelli, anzi i Bocelli's (si sono esibiti anche Matteo con il fratello Amos al piano e Virginia, appena dieci anni arrivata a freddo ma decisamente capace di prendersi la scena) sono decisamente un brand che funziona, che sa mescolare l'alto della lirica con il basso del pop e lo fa, bisogna riconoscerlo, come pochi altri al mondo riescono a fare. «Abbiamo appuntamenti fissi, tournée negli States programmate ogni anno diceva la moglie Veronica Bocelli nel backstage ma poi, se ce c'è da improvvisare, Andrea non si tira indietro. Tempo fa Elon Musk era a Firenze per un evento di beneficenza e ha chiamato Andrea: Vieni a cantare qualcosa?». Roba da decidere al volo. «L'alternativa era farsi pagare o no, lui l'ha fatto gratis perché era una charity. E allora Musk ha provato a ricambiare dicendo che ci avrebbe offerto un volo spaziale sul suo Space X». E Bocelli? «Lui ha detto per carità preferisco restare con i piedi per terra. Però siamo andati a vedere uno Space X, davvero gigantesco».
Insomma, a Lajatico Andrea Bocelli ha celebrato tre decenni da quando si è presentato sul palco di Sanremo. «Tutti e due facevamo pianobar prima di presentarci all'Ariston» hanno detto lui e Laura Pausini dopo aver interpretato She di Charles Aznavour, il tenore al piano e lei potente alla voce. Trent'anni che valgono decine di milioni di dischi venduti, concerti prestigiosissimi, canzoni che tutti conoscono. «Qui ci venivo da ragazzo in bicicletta o a cavallo, mai avrei pensato che un giorno ci avrei cantato con i miei idoli di allora davanti a un pubblico così grande». C'erano oltre tredicimila persone e già questo è un bel risultato, visto che le serate in totale sono state tre (stasera l'ultima) e in totale sono arrivate circa quarantamila persone su di una collina sperduta in mezzo al verde, ai campi appena trebbiati, alle strade sterrate. Ma, tanto per capire quale sia il richiamo di questo artista fuori dall'Italia, mercoledì sera ben il 94 per cento degli spettatori era straniero, per la maggioranza americani o asiatici, arrivati a pagare fino ai 2128 euro dello Sky Box (saliti nell'imminenza dello show fino a 3500). In sostanza, mentre il sole scendeva dietro gli alberi, è andata in scena la celebrazione di una carriera extralarge. Non a caso lo spettacolo diventerà un film (girato dallo stesso regista che ha filmato il tour di Taylor Swift nel film musicale più visto di sempre) e uno speciale di Canale 5 (c'era Michelle Hunziker a fare commenti e interviste vicino al palco), tutto in uscita nell'autunno, quando arriverà anche Duets, il disco di duetti con il pantheon della musica. «Poi faremo un tour che dovrebbe essere lungo più o meno due anni». Dopotutto i due Andrea Bocelli, quello pop e quello lirico, sono una combinazione vincente. Con un rispettosissimo Ed Sheeran, Bocelli è quasi glam in Perfect symphony.
E, duettando virtualmente con il Pavarotti proiettato sul megaschermo, ha in qualche modo raccolto il testimone di quel Pavarotti & Friends che Big Luciano organizzava ogni anno portando a Modena il top del top, mescolando le musiche ma celebrando l'italianità che piace nel mondo, quella che affianca il talento alla melodia e all'eleganza, a quel grande istinto raffinato che è davvero difficile, molto difficile, trovare altrove.
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