da Firenze
Per sette anni ha vissuto col marchio infamante del pedofilo. Accusato di aver abusato della nipotina di tre anni e mezzo. Due processi, una prima condanna a 3 anni e otto mesi e alla fine per il nonno «orco» è arrivata lassoluzione. Il calvario per un ex artigiano del Mugello che oggi ha 74 anni si è concluso in Corte dappello. I giudici hanno stabilito che il fatto non sussiste. «Tutto il processo è stato costruito solo ed esclusivamente su una frase della bambina», spiega adesso lavvocato Giuseppe Taddeucci Sassolini, difensore delluomo. Lincubo comincia nellestate 2000: la nipotina un giorno racconta alla madre, come se parlasse di un gioco, di qualcosa che la donna interpreta come abusi sessuali. Li avrebbe commessi il nonno. Ununica frase che travolge unintera famiglia. I genitori della piccola sono separati. È la madre a presentare la denuncia in questura. Durante questo periodo la bambina non mostra alcun turbamento. Laffetto per il nonno e il desiderio di rivederlo restano immutati. A parte la frase incriminata, non ci sono altri segnali dellavvenuta violenza. Al termine delle indagini la Procura chiede il rinvio a giudizio per luomo. Viene fissato un incidente probatorio e infine si apre il processo. Uno dei periti in dibattimento spiega che «la bambina non stava benissimo, ma non per labuso. La bambina non stava bene per il conflitto che si era creato, conflitto di lealtà nei confronti del babbo e della mamma». In pratica il disagio della bambina nasce dal contrasto tra i genitori, da una parte la madre che si diceva certa della violenza, dallaltra il padre che non credeva. Nel febbraio 2005 arriva la condanna a tre anni e otto mesi. Lavvocato Taddeucci Sassolini impugna la sentenza.
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