Maria Grazia Coggiola
da New Delhi
A meno di una settimana dalla storica visita di George W.Bush e a una decina di giorni dalla festa induista di Holi, il terrorismo ha di nuovo colpito uno dei luoghi simbolo dellIndia. Varanasi, o Benares come la chiamano i fedeli, la città delle cremazioni sul Gange, meta di pellegrini e turisti stranieri, è stata colpita da un triplice attentato simultaneo che ha provocato 21 morti, secondo lultimo bilancio, e una sessantina di feriti.
LIndia è sotto choc come lo scorso ottobre quando le bombe dilaniarono 61 passanti in due popolari mercati di New Delhi alla vigilia del Diwali, unaltra importante festa nel calendario induista. In quelloccasione si sospettò il gruppo islamico Lashkar-e.Taiba, attivo nel Kashmir indiano. Anche questa volta gli indizi portano a una matrice islamica. Il ministro degli Interni Shrivaj Patil ha detto che ci sono delle «somiglianze». Ma la principale preoccupazione, fin dai primi istanti della strage, è stata quella di fare appello alla calma per evitare lo scoppio di disordini tra la maggioranza induista e la minoranza musulmana in uno Stato ribollente di odio razziale e politico come lUttar Pradesh.
La prima bomba è esplosa alle 6,15 ora locale al tempio Sankatmochan, uno dei più antichi della città, affollato di fedeli per il rito serale dellaarti in onore del dio scimmia Hanuman venerato di solito nel giorno di martedì. Lesplosione ha semidistrutto lingresso e ha scatenato il panico tra migliaia di fedeli in fuga attraverso le strette vie di accesso al tempio. «Il pavimento era coperto di corpi insanguinati ha raccontato un testimone , tutti correvano, si è scatenata una enorme ressa e qualcuno è stato calpestato». Dopo 10 minuti, alla stazione ferroviaria, la seconda esplosione nei pressi dellufficio del capostazione. Una terza bomba è esplosa a bordo di un treno in partenza per la capitale. Altri due ordigni sono stati trovati inesplosi in un popolare mercato.
Dopo aver appreso la notizia delle stragi, il premier Manmohan Singh ha fatto appello alla calma e ha convocato una riunione di emergenza del governo. La leader del Congresso Sonia Gandhi è stata la prima a parlare di «folle atto di terrorismo» e quasi subito è partita per Varanasi. È scattato lallarme rosso nei principali templi del Paese e in particolare nei punti caldi, come nella città santa di Ayodhya, dove gli indù-nazionalisti vorrebbero costruire un tempio sulle rovine di una moschea demolita nel 1992 che aveva provocato unondata di massacri tra induisti e musulmani.
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