Francesco Kamel
da Roma
Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, dice no a «unintesa bipartisan finalizzata unicamente allestromissione di Antonio Fazio» e sulla «questione morale» accusa «l'intreccio perverso tra potere politico e presenza burocratica dello Stato in tutte le sfere della società italiana».
Onorevole Bondi, si respira unaria pesante. Perché l'Italia non riesce ad approdare alla seconda Repubblica?
«Le difficoltà di portare a termine la transizione verso una democrazia compiuta risiede innanzitutto nel mancato rinnovamento della sinistra italiana di tradizione comunista. Questo impedisce allopposizione di presentarsi come unalleanza di governo e con un leader credibile. La seconda causa della transizione risiede nel fatto che Tangentopoli non ha condotto a un rinnovamento delle classi dirigenti, essendosi esaurita in unoperazione politica di eliminazione degli avversari della sinistra».
E la questione morale?
«Affonda le sue radici nellintreccio perverso tra potere politico e presenza burocratica dello Stato in tutte le sfere della società italiana, intreccio che non è stato ancora affrontato in termini seri e non moralistici».
Ma al governo del Paese cè la Casa delle libertà.
«Berlusconi ha avuto il merito di introdurre in Italia la democrazia dellalternanza e di porre al centro della sua missione politica la modernizzazione del Paese. Ha conseguito risultati importanti che solo uno spirito fazioso può sottovalutare. Ma le particolarità del sistema politico italiano e le resistenze conservatrici, oltre ai mutamenti imprevedibili delleconomia internazionale, hanno reso ardua l'opera del governo».
Nella stessa Cdl circolano giudizi meno generosi.
«Alcuni partner di governo spesso prediligono gli interessi di partito. Per questo Forza Italia per prima ha indicato la prospettiva di un processo di aggregazione delle forze della Cdl per rendere più incisiva lazione del governo e consolidare il fragile bipolarismo italiano».
Ma sul partito unitario cè uno scontro aperto...
«Già tre anni fa ho rivolto questa proposta innanzitutto allUdc, ricevendone risposte frettolose e sbrigative. La nostra volontà non è cambiata. Berlusconi ha parlato senza ambiguità della necessità di dare vita ad un nuovo partito con regole trasparenti e con nuovi leader eletti attraverso regole democratiche. Non ho difficoltà a ripetere che non abbiamo apprezzato la relazione di Marco Follini al Congresso dellUdc né lintervista di Pierferdinando Casini al Corriere della Sera, proprio per lassenza di una visione politica equilibrata e lungimirante della situazione italiana. Noi vogliamo creare le condizioni della nascita del nuovo partito dei moderati e dei riformisti, che non rinunci allalleanza politica con la Lega che è stata artefice del governo in questi anni e che rimane una forza indispensabile per garantire una svolta modernizzatrice nel Paese».
Piero Fassino propone una trattativa sul futuro della Banca dItalia. Che ne pensa?
«La proposta di Fassino è singolare. Da una parte critica Parisi, stretto collaboratore di Prodi, e dallaltra chiede al Berlusconi di stringere un accordo con lo stesso Prodi per chiedere le dimissioni del governatore della Banca dItalia. Non solo: da una parte accusa Berlusconi di voler mettere le mani sul Corriere della Sera e dallaltra tutela acriticamente i diritti dellUnipol nella scalata della Bnl, attaccando con violenza verbale tutti coloro che, come Prodi, Mastella, Occhetto, Bertinotti, e di conseguenza anche Giuliano Amato e Guido Rossi, mettono in dubbio la legittimità dellacquisto di un gruppo bancario da parte di un gruppo assicurativo. Come può Fassino, sulla base di questa posizione contraddittoria, chiedere al premier di accordarsi con Prodi - cioè con colui che Fassino critica aspramente fino a metterlo in guardia sullimpegno dei Ds alle primarie - per stringere unintesa bipartisan finalizzata unicamente allestromissione di Antonio Fazio?».
Eppure lei è ha sempre caldeggiato intese bipartisan...
«Non ho mai negato la necessità di un confronto serio tra maggioranza e opposizione, sulle regole fondamentali della nostra democrazia e sulle riforme. Ma questo non ha nulla a che fare con lappello di Fassino, sgangherato nella forma e contraddittorio nella sostanza, il cui fine evidentemente è quello di tutelare interessi di parte».
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