Bondi: «Verdetto ad personam» Rutelli e Anm: rispetto per i giudici

da Roma

«Una sentenza ad personam». Sandro Bondi non usa mezzi termini nel commentare la decisione della Corte d’Appello di Milano: «Una sentenza frutto di teoremi politico-giudiziari - afferma il coordinatore azzurro -, che non tiene conto delle risultanze del processo e che nega i fondamenti della civiltà giuridica». È un coro di solidarietà quello che si leva da Forza Italia verso Cesare Previti. A cominciare da Silvio Berlusconi, che in un colloquio di circa un’ora a Palazzo Grazioli avrebbe offerto a Previti la sua «piena solidarietà», parlando di «persecuzione giudiziaria» e di «solita aggressione» nei confronti del deputato di Forza Italia. In conclusione, Previti e Berlusconi - secondo quanto si è appreso - hanno convenuto che si tratta di una sentenza «del tutto prevista» e «scontata». Una circostanza, si sarebbe rimarcato nel colloquio, confermata dal fatto che i giudici hanno negato le attenuanti generiche.
Di fronte all’«esultanza» di alcuni esponenti della sinistra, il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto commenta: «Oggi a Milano si è scritto l’ennesimo capitolo del giustizialismo italiano». «Solidarietà e amicizia» a nome di tutti i deputati azzurri arrivano dal capogruppo Elio Vito, perché «in questi anni Previti ha subito nella aule parlamentari, prima ancora che in quelle giudiziarie, una vergognosa campagna di demonizzazione». Non perde la speranza il vicepresidente della Camera Alfredo Biondi, che a proposito della reazione di Previti («un colpo di pistola») sottolinea che «la ferita non è mortale, e c’è ancora, per fortuna, un grado di giudizio in Cassazione». Anche Giuseppe Gargani, responsabile giustizia di Fi, confida nella Suprema Corte: «Ci sarà pure un giudice a Berlino - dice - e speriamo nella Cassazione che potrà valutare i motivi di diritto eccepiti in primo e secondo grado che hanno trovato sordo sia il primo che il secondo collegio». Il sottosegretario Jole Santelli e i parlamentari Bertolini, Leone e Boscetto parlano di «persecuzione giudiziaria», Perlini di «sciacallaggio politico», Muratori di «indecoroso processo mediatico»; e se il sottosegretario Paolo Scarpa prova «amarezza e rabbia», Giro parla di «deserto probatorio». Carlo Taormina non è sorpreso: «Fin quando i processi a Previti saranno trattati a Milano non potranno che avere questi risultati».
Nelle file di An, il ministro Mario Landolfi parla di «un processo che presenta ambiguità e zone d’ombra», il deputato Enzo Fragalà di «una sentenza scritta con l’inchiostro rosso». Sul fronte opposto, invece, Francesco Rutelli e Fausto Bertinotti si limitano a invocare «rispetto» per le decisioni della magistratura. Ma sono un’eccezione: diversi esponenti della sinistra non nascondono soddisfazione. Il senatore della Margherita Sandro Battisti, per esempio: «Nonostante le leggi ad personam e svariati tentativi non sempre riusciti di addomesticare le sentenze - afferma -, la giustizia riesce comunque a fare il suo corso». Il verde Pecoraro Scanio invita il deputato azzurro a «rassegnare le dimissioni o almeno sospendersi dai lavori parlamentari».


Per il presidente dell’Anm Ciro Rivezzo «non è consentito a persone che rivestono importanti cariche istituzionali di delegittimare la magistratura con dietrologia senza fondamento». No comment dal guardasigilli Roberto Castelli, a Bruxelles.

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