Il boom economico? Partì da un autogrill

Nel 1959 a Fiorenzuola viene inaugurato il primo posto di ristoro europeo. Che aprì la strada al miracolo italiano

Il boom economico? Partì da un autogrill

Adesso che prendo meno il treno, siccome la fauna che incontro sui regionali e all'uscita delle stazioni mi ha fatto tornare la voglia di guidare, ho riscoperto gli autogrill e dunque il boom economico. Perché un autogrill, specie un autogrill a ponte, è una macchina del tempo che ci riporta a quel lontano miracolo anche se siamo nel 2017 e il Pil, nonostante l'ottimismo governativo, di sicuro non sta crescendo dell'8,3% come accadeva nell'anno di molta grazia 1961. Quello in foto è il primo autogrill europeo a ponte e venne inaugurato nel 1959 nientemeno che da Oscar Luigi Scalfaro, allora sottosegretario all'Interno. Nel cinegiornale dell'epoca il futuro presidente della Repubblica taglia il nastro, assiste compunto alla benedizione con tanto di acqua santa e infine si concede una bibita, difficilmente identificabile per colpa del corroso bianco e nero. La pellicola, i gesti, l'abbigliamento delle persone rischiano di far sembrare molto datata un'iniziativa invece avveniristica: l'autogrill a ponte era stato appena inventato, il primo era stato costruito solo nel 1957, ovviamente negli Stati Uniti. A livello mondiale il nostro ritardo era dunque minimo mentre a livello europeo l'iconica struttura democristianamente inaugurata era avanguardia assoluta.

Si trovava e si trova sull'autostrada del Sole all'altezza di Fiorenzuola d'Arda: non credo esista automobilista italiano che non l'abbia vista campeggiare sul lunghissimo rettilineo tra Parma e Piacenza, sebbene aggiornata e ridenominata (al posto della grande scritta Pavesi c'è la A di Autogrill). Sono un ragazzo fortunato e in contemporanea col mio ritorno sull'Autosole proprio questo autogrill ha vissuto un bel rilancio qualitativo, grazie alla consulenza dell'università di scienze gastronomiche di Pollenzo e all'utilizzo di prodotti tipici del Piacentino. Ci sono anche le mezze bottiglie dell'ottimo Vecchia Modena, lambrusco di Sorbara simbolo di emilianità che forse però non dovevo citare, il lettore potrebbe pensare che sono solito guidare in stato di ebrezza: diciamo che ne approfitto quando faccio il passeggero...

Gli autogrill per gourmet non sono una novità assoluta ma decenni di paninacci indigesti ce li avevano fatti dimenticare. A Cantagallo, altra struttura a ponte e in più un nome allegro e memorabile, il futuro superchef Fulvio Pierangelini veniva portato a pranzo dallo zio buongustaio. L'antica qualità gastronomica dello stesso autogrill di Fiorenzuola è certificata dall'esattissimo Alberto Arbasino che nel 1961 (ancora quell'anno formidabile!) vi porta più volte a tavola i protagonisti della Bella di Lodi. «Certo che abbiamo trovato un bel posticino» commenta lui. «Si mangia mica male» conferma lei, che è una ragazza ricca per niente di bocca buona. Ordinano sempre la pizzaiola, specialità del locale e souvenir di una stagione (nel frattempo la ricetta a base di carne, pomodoro, aglio, origano è uscita dalla ristorazione di livello). «Trionfo di cristalli, riflessi, Topi Gigi, alluminio, finto mogano e palissandro, cellophane, pacchetti lussuosamente confezionati di krek e biscotti e zamponi...». Ecco, La bella di Lodi è il romanzo da leggere se si vuole capire cos'è stato il boom economico e cosa rappresentarono gli autogrill per gli italiani ancora memori della guerra e dei razionamenti.

C'è anche il film, molto fedele al testo e animato dalla presenza di una giovane, effervescente Stefania Sandrelli.

E infine, nella realtà di chi viaggia sulla più lunga autostrada italiana, c'è il sempiterno autogrill di Fiorenzuola, piccolo bengodi sospeso, perpetuazione di un miracolo.

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