Boom di truffe via Internet a Genova

Francesco Guzzardi

È in crescita il numero delle aziende genovesi e dei semplici cittadini che subiscono, attraverso Internet, una truffa. Una truffa informatica che permette ai criminali di carpire, attraverso una e-mail, e cioè un messaggio elettronico, i dati di accesso personali alla propria banca on line, cioè su Internet. Il meccanismo è semplice. Nella casella di posta elettronica arriva una e-mail che sembra provenire dalla banca e dice che c'è un imprecisato problema al sistema della stessa. Invita pertanto ad aprire la home page della banca con cui avete il conto corrente gestito via web e di cliccare sul link, cioé nel punto, indicato nella mail. Dopo appare una finestra (pop-up) su cui digitare la «user-id» e la «password» di accesso al conto, cioè le parole chiave per accedere a dati riservati. Dopo pochi secondi appare un’altra finestra che vi informa che per assenza di collegamento non è possibile la connessione. A questo punto qualcuno è entrato in possesso dei vostri dati e può fare operazioni dal vostro conto.
Le segnalazioni che i privati cittadini e qualche azienda ultimamente hanno inoltrato alla polizia postale lo confermano senza ombra di dubbio. Le mail si presentano sotto vari aspetti, ma hanno tutte lo stesso scopo, quello di conoscere le vostre coordinate bancarie e ripulire il conto. Il «fishing» e cioè letteralmente «il pescare», così è denominata questa truffa, pare che sia nato in Spagna e Portogallo, per poi diffondersi nel resto d’Europa.
Ultimamente i casi di truffa via web sono notevolmente aumentati e il raggiro consiste appunto nel rubare le parole chiave a ignari utenti per accedere ai conti bancari via Internet. Ovviamente il truffatore deve sapere che l’utente da raggirare ha un conto on line proprio in quella data banca. Altrimenti non funzionerebbe.
Altra truffa è quella che coinvolge le aziende.

In questo caso la società presa di mira riceve un sollecito di pagamento, un avviso che per non destare particolare sospetto, richiede il pagamento di una fattura che non supera quasi mai i 500 euro. Se si fa l’errore di cascarci, è fatta.

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