Borriello resta ai box: problemi di cuore, ma anche di muscoli

nostro inviato a Palermo

L’obiettivo è ambizioso. «Recuperare punti sull’Inter prima di Natale» detta Carlo Ancelotti che parla con leggerezza quasi non sapesse quel che lo attende dietro l’angolo. Dopo Palermo, e il Catania a San Siro, c’è una striscia impegnativa con Juve, Udinese, Roma e Fiorentina: la strada s’impenna e diventa salita ad altissima percentuale di difficoltà. «Meglio così, con rivali di nome funziona meglio il Milan», insiste Ancelotti, ma più che una speranza motivata sembra quasi una macumba, visto che negli ultimi tempi i pareggi con Toro e Lecce e i tormenti accusati col Chievo tradiscono la sindrome di sempre, «forte coi forti, distratto coi deboli». L’obiettivo è ambizioso nonostante la perdita secca di Gattuso, aggiunta a quella di Kakà, squalificato, e qualche recupero in ritardo sulla tabella di marcia. Per esempio Borriello, un ragazzo avviato verso la stagione della conferma solenne dopo lo spunto col Genoa, un torneo fa, e invece frenato da una serie di piccoli guai muscolari, oltre che dall’intervento di menisco smaltito in 45 giorni addirittura.
Il mancato viaggio a Palermo di ieri pomeriggio del centravanti napoletano si spiega con le conseguenze dell’insulto muscolare patito ai flessori della coscia destra a 48 ore dal Chievo, trampolino previsto del rilancio. E invece un altro dolorino muscolare accusato ieri mattina a Milanello, come il primo patito durante uno scatto rabbioso a Reggio Calabria, terreno del suo primo e unico sigillo della stagione, lo costringe a perdere un’altra occasione.
Ancelotti e il suo staff fanno finta di niente e respingono l’idea dell’influsso negativo delle vicende personali sugli umori e perciò sulla salute di Borriello, un torello fino a qualche mese addietro, e ora fragile come un vaso di porcellana. Al punto da incidere sul suo equilibrio psico-fisico più che sul rendimento, come dimostra la performance di Lecce. Sbagliare gol, lo conferma quel diavolaccio di Inzaghi, è una piacevole condanna di un bomber di razza a cui ci si può sottrarre avendo dentro il sacro fuoco. «Inzaghi vive concentrato sul suo mestiere tutto il giorno, altro che donne», racconta Adriano Galliani che dei segreti di SuperPippo è un affidabile conoscitore. Lui, Marco Borriello, è un ragazzo sensibile, educato all’antica dalla famiglia e continua a ripetere di «pensare solo al calcio e al Milan» e non si fa fatica a credergli sulla parola, mai “sgarrato” di un minuto l’orario degli allenamenti e le sedute mediche per recuperare dall’infortunio. Forse è la serenità d’animo a fargli difetto, perfettamente simulata nelle due occasioni pubbliche (l’inviato di Striscia Staffelli gli consegnò il Tapiro e lui se la cavò con un dribbling elegante), ma anche l’aspetto clinico merita qualche approfondimento.
Borriello promise in tempi non sospetti che sarebbe rimasto ai margini del reality, e così ha fatto, nonostante il coinvolgimento indiretto. Chi lo conosce bene assicura che Marco può tornare, magari domenica col Catania, per scaldare i motori in vista del tour de force di dicembre. Forse, bisogna sottolineare sempre: quasi mai rispettata la tabella di marcia dei rientri, dalle parti di Milanlab.

Gli amici garantiscono che sta per risolvere il contenzioso con la fidanzata (forse già ex) Belen Rodriguez rientrata dall’Isola dei famosi: perciò Ancelotti fa spallucce e il Milan fa finta di niente. Anche se ne avrebbe un disperato bisogno.

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