A prescindere da ogni intervento europeo, con il previsto price cap, oltre alla riforma del mercato Ttf di Amsterdam e l’obbligo di stoccaggi comuni, il prezzo del gas rimarrà alto almeno fino al 2024. A dirlo, in un’intervista a Money.it, sono Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy & Strategy, e Massimo Nicolazzi, professore di Economia delle risorse energetiche al Politecnico di Torino.
Secondo i docenti, infatti, per i prossimi due anni continuerà a rimanere un problema di fondo: lo squilibrio tra domanda (in eccesso) e offerta (carente), in una situazione in cui da Mosca non arriva che una piccola parte dei vecchi volumi di metano.
Al momento l’Italia e l’Europa, nel tentativo di sostituire del tutto il gas russo, hanno aumentato di molto le importazioni di gas naturale liquefatto, ma per riequilibrare il mercato si dovrà attendere che si completi la transizione. Questo significa che a livello mondiale deve aumentare la capacità di produzione e rigassificazione (cioè il trattamento per trasformare il Gnl in metano spendibile in case e industrie).
Nel frattempo il prossimo inverno, secondo Nicolazzi, l’Italia potrebbe avere seri problemi di approvvigionamento. Nonostante quest’anno abbiamo riempito gli stoccaggi più del solito, infatti, le riserve “non sono mai stati fatte per provvedere al fabbisogno fisiologico, sono state sempre riempite per provvedere al fabbisogno di punta: se ora li usiamo poi vanno riempiti di nuovo e possiamo andare in difficoltà”.
Chiaroni, poi, avverte il governo Meloni.
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