Nagel: "Servono modifiche al Ddl Capitali". Ma scorda la prassi anglosassone

L'Ad di Mediobanca, commentando i risultati dell'ultimo semestre, ha risposto a una domanda sulla riforma del mercato dei capitali italiani, criticando le nuove regole per l'elezione dei Cda

Nagel: "Servono modifiche al Ddl Capitali". Ma scorda la prassi anglosassone
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È tempo di bilanci per Mediobanca, che stamattina ha presentato i conti del primo semestre dell'esercizio 2023-24 con un utile netto pari a 611 milioni di euro, in aumento di 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente, ricavi a 1,7 miliardi (+4%) e utili per azione di 0,72 euro. I mercati hanno reagito finora con prudenza (+0,23 a Piazza Affari). L'istituto ha annunciato una "robusta generazione di capitale, con un coefficiente Cet 1 al 15,3%", e una "remunerazione degli azionisti in crescita, con payout cash al 70% a cui si sommerà il completamento dell'esecuzione del piano di riacquisto di azioni proprie per 200 milioni".

"Nel commentare – ha dichiarato l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel – i risultati del semestre, che sono stati solidi e in crescita, mi preme far notare la dirittura di marcia ovvero il fatto che i risultati non solo sono in miglioramento ma rappresentano l'implementazione della nuova visione del gruppo con il nostro piano: una crescita forte e molto efficiente nella generazione e nell'assorbimento del capitale".

Nagel ha poi proseguito la call con la stampa per la presentazione dei risultati finanziari rispondendo a una domanda sul Ddl Capitali, la riforma della Borsa approvata prima dal Senato e poi dalla Camera dei Deputati. Al manager è stato chiesto in particolare un parere sull'articolo della legge che cambia le modalità di elezione dei consigli di amministrazione delle società quotate. Secondo Nagel, la cui lista è stata nominata nell'ultima assemblea dei soci lo scorso ottobre, il Ddl Capitali così per com'è stato concepito necessiterebbe di correttivi.

"Il Ddl Capitali – ha detto l'Ad – ha avuto un iter tormentato ed è materia molto tecnica. La reazione del mercato l'abbiamo vista nei commenti dei rappresentanti delle associazioni degli investitori istituzionali italiani ed esteri".

E continua: "La norma oggi ha un'applicazione difficile e non chiara, quindi necessita di interventi di chiarimento e di ridefinizione, perché, ad esempio, secondo i giuristi, qualora ci fosse una situazione in cui la lista del cda risultasse prima nella votazione non si avrebbe l'automatica certezza che vengano eletti il presidente o l'ad indicati nella lista". Curiosamente, però, Nagel sembra dimenticare che in molti Paesi dove vige una prassi anglosassone i candidati al Cda subiscono una doppia votazione: esattamente come prevede il Ddl Capitali.

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