La sfida del Tesoro: sempre più Btp "green" nel 2023

Sei miliardi nel 2022 con prospettiva di crescita nel 2023: i Btp Green conquistano il Tesoro

La sfida del Tesoro: sempre più Btp "green" nel 2023

Nel 2023 il Tesoro italiano punta ad accelerare ulteriormente le emissioni di Btp e altri strumenti finanziari con impatto sulla sostenibilità.

I Btp Green, come ricorda sul suo sito il Ministero dell'Economia e delle Finanze sono "titoli obbligazionari a medio-lungo termine che presentano le medesime caratteristiche degli altri Buoni del Tesoro Poliennali". I Btp Green vedono i proventi delle loro emissioni destinati al finanziamento di investimenti in sviluppo sostenibile alla luce dei principi Esg di finanziamento e dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite garantendo come i decennali tradizionali un reddito fisso. Questo è stabilito dalla cedola, pagata semestralmente, e alla fine della durata del titolo dal rimborso del valore nominale alla scadenza. Il primo Btp Green, emesso dal Tesoro Italiano il 3 marzo 2021 durerà formalmente fino alla scadenza che cadrà il 30 aprile 2045.

Dal 2023 il Tesoro, in funzione delle condizioni di mercato "valuterà di portare sul mercato un volume di emissioni più elevato del 2022". Lo scrive il Mef guidato da Giancarlo Giorgetti e avente tra i suoi strateghi il Direttore Generale Alessandro Rivera nel documento programmatico sulle emissioni di Btp, le Linee guida sulla gestione del debito pubblico, rivolto al 2023.

Il Tesoro targato Giorgetti vuole proseguire nella ricerca di fonti di finanziamento capaci di attrarre gli investitori a fini propulsivi per l'economia nazionale dopo il successo del Btp Italia, valorizzando inoltre il risparmio nazionale e la garanzia di rendimenti sicuri: le sue mosse future saranno influenzate dal successo della seconda emissione di Btp Green dell'Italia, avvenuta nel settembre 2022.

Il titolo, con scadenza 2035, ha visto un collocamento pari a 6 miliardi di euro sommerso da domanda complessiva di 40 miliardi di euro di cui oltre la metà da investitori orientati a fini Esg. Tutto questo - ragiona il Tesoro - in una fase di criticità per la situazione politica italiana e di fronte all'aumento di inflazione e tassi in Europa. Dunque c'è appetibilità e prospettiva per titoli di questo tipo.

Davide Iacovoni, capo della Direzione Debito Pubblico presso il Dipartimento del Tesoro, il 12 dicembre scorso ha spiegato in un evento a Roma che emettere Btp Green è una scelta che "nasce da una armoniosa integrazione tra una decisione politica e una tecnica" e va ad intercettare un trend di mercato e "una quota di investitori aggiuntivi" aggiungendo ai fini di tutela del risparmio e del debito nazionale anche quello dello sviluppo sostenibile in virtù degli accordi presi al Cop26 di Glasgow e degli obiettivi di decarbonizzazione del piano europeo Fit for 55.

Per Iacovoni "l'interesse per questi titoli è enorme" e "circa il 20% in più di investitori viene catturato attraverso questo tipo di emissioni, vale a dire un 20% di investitori che normalmente non parteciperebbero agli acquisti". Per Investire Oggi, passata la fase attuale di alta inflazione il Btp Green a scadenza 2035 o 2045 sarà un prodotto pregiato, specie in una fase in cui il mercato secondario è dominato dal dinamismo: "La vendita a forte sconto del Btp Green offre due vantaggi all’obbligazionista: spende meno e incassa una lauta differenza (plusvalenza) alla scadenza; la cedola effettiva sale, in quanto si rapporta a un esborso effettivo molto basso. E così, il rendimento lordo alla scadenza sfiora il 5%".

Nuove emissioni possono aiutare a scongiurare la carenza di risorse che sarà dettata dalla fine del quantitative easing e dall'aumento dei tassi. Rendendo inoltre meno "vecchio" un prodotto come il Btp, che il Paese deve tornare a veder identificato con un investimento sicuro. Anche per la frontiera sostenibile dello sviluppo.

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