Crollo di Webuild in Piazza Affari: -9,8% a 2 euro. A fare collassare il titolo del general contractor guidato da Pietro Salini (foto) è stato l’annuncio del collocamento di un bond convertibile. Salini Spa, interamente controllata da Salini Costruttori (principale azionista di Webuild con il 39,82% del capitale e diritti di voto al 50,15%), ha infatti emesso un prestito obbligazionario convertibile in azioni Webuild da 225 milioni per rimborsare un debito bancario. La scadenza dei bond è fissata a maggio 2028. Contemporaneamente è stato avviato un collocamento di titoli Webuild per massimi 33 milioni di azioni (circa il 3% del capitale) da parte di alcuni acquirenti del bond a copertura del rischio di mercato sull’investimento obbligazionario. Il collocamento è stato completato a un prezzo di 2,08 euro per azione (a sconto del 9% rispetto alla chiusura di mercoledì).
Il bond convertibile prevede l’emissione alla pari (100% del valore nominale), un tasso cedolare del 4% con pagamento trimestrale, uno strike price di 2,6 euro per azione. È prevista anche la possibilità per l’emittente di pagare un importo alternativo in denaro in luogo della consegna di azioni in caso di conversione dell’obbligazione. La società ha comunicato che utilizzerà i proventi dell’operazione per rimborsare anticipatamente il prestito bancario e per altri scopi aziendali. L’operazione, rimarca il gruppo, ha registrato un forte apprezzamento da parte della comunità finanziaria, con un interesse pervenuto da circa 80 investitori, principalmente internazionali, e una richiesta di circa 4 volte l’offerta. Sulla stessa linea gli analisti di Equita che, dopo aver ribadito che le azioni di Webuild risentono di alcuni fattori tecnici legati all’attività di copertura degli obbligazionisti, hanno consigliato di puntare sul gruppo con un target price di 3 euro. Anche Intermonte ha mantenuto una raccomandazione positiva («outperform»).
Ieri intanto la controllata Csc Costruzioni si è aggiudicata un contratto di oltre 302 milioni per il Nuovo Stabilimento Industriale Ferroviario in Ticino, con una quota del 67% pari a 202 milioni.
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