Borse, ora è Tokio a spaventare i mercati

Il listino giapponese perde il 3,3%. In calo anche le altre piazze asiatiche ed europee Per Milano ribasso dell’1%

Borse, ora è Tokio a spaventare i mercati

da Milano

Un’altra seduta negativa per le Borse mondiali. Dopo il 6,5% bruciato settimana scorsa, i mercati hanno riaperto ieri in pesante calo, con un piccolo recupero solo in serata. Anche questa volta l’ondata ribassista è partita dall’Asia. Il Giappone ha chiuso in rosso del 3,3%, il calo peggiore negli ultimi nove mesi. India, Honk Hong, Singapore, Taiwan hanno perso tutte tra il 3 e il 3,8%. Lo Tsunami ribassista ha poi travolto le Borse europee. Francoforte e Milano hanno lasciato sul terreno l’1%, Londra lo 0,7% mentre Parigi ha limitato i danni (-0,5%). Solo Wall Street è rimasta tutto il giorno intorno alla parità, per chiudere però anch’essa in negativo (-0,5%).
Non hanno aiutato i mercati neppure i dati macro dagli Usa. A febbraio l’Ism, l'indice che misura lo stato di salute del settore non manifatturiero, è scivolato ben oltre le attese, portandosi al minimo da aprile 2003 a 54,3 punti contro i 57,2 stimati dagli analisti. Sempre dagli Usa sono arrivate cattive notizie dal mercato dei mutui. L’americana New Century Financial è finita sotto inchiesta. La notizia giunge in un momento difficile, mentre è in aumento il numero delle insolvenze.
Ma i problemi non sono solo americani. Nei mercati finanziari resta alta l'attenzione sullo yen, salito anche oggi nei confronti del dollaro di un altro 0,6%. In visita a Milano, tappa di un road show europeo, il vice ministro delle Finanze giapponese, Hiroshi Watanabe, ha detto che un rialzo dello yen era nell'ordine delle cose, «ma non penso che quello che sta succedendo ora sia la liquidazione del carry trade». Dopo la caduta della notte scorsa a Tokio Watanabe ha detto: «In Giappone l'entità della correzione di mercato è rilevante, non penso durerà a lungo».
I «carry trade», indicati da molti come una delle cause del ribasso dei mercati, sono le operazioni con cui molti investitori hanno approfittato del livello bassissimo dei tassi in Giappone (0,5%) per prendere denaro a prestito da investire in strumenti finanziari denominati in dollari o in euro (si calcola che queste operazioni valgano circa 580 miliardi di dollari).
Il recente rialzo dello yen, ieri ai massimi degli ultimi tre mesi ha spinto gli investitori a vendere azioni sulle Borse europee e Usa per recuperare la liquidità da restituire in Giappone. «Questo è solo un aspetto del problema - spiega Enrico Nicoloso capo dell’analisi tecnica di Websim – la situazione è molto simile a quella che portò alla correzione del maggio scorso quando le Borse europee persero il 9%. Allora in pochi mesi lo yen si rafforzò 10% nei confronti del dollaro, la Borsa cinese perse il 10% e travolse i mercati». Rispetto al maggio 2006 la situazione sembra ancora più complicata. Allora si uscì dai ribassi perché anche il prezzo del petrolio calò del 10% ricreando ottimismo sui mercati, stavolta il Wti ha reagito solo ieri indietreggiando sui 60 dollari.
Non è ottimista Micheal Geoghegan, amministratore delegato di Hsbc: «Siamo in una fase di mercato instabile con forti guadagni e perdite giornaliere, ma credo che la tendenza di fondo sia negativa».

«Individuare la direzione del mercato è davvero difficile – commenta Niccolò Pini, numero uno di Ifigest - d’ora in poi bisognerà scegliere con cura acquisti e vendite. Gli investitori abbandoneranno i titoli speculativi».

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