Certo che non fa piacere accorgersene. Anche perché bianco o nero, si chiamasse Ahmed o non so come, c’eravamo abituati a vederlo lì dietro il bancone del bar o in tram. Sì straniero, e però confortante, perché operoso, come noi nel dovere di mantenere i suoi, e cavarsela con dignità. E invece, pochi mesi, e non c’è più a servire ai tavoli o al suo solito posto sul tram. Licenziato, andato ad aggiungersi agli altri 370 mila che hanno perso in due mesi il lavoro. Del resto era inevitabile fossero gli immigrati a trovarsi subito nei guai.
I lavoratori interinali, flessibili sono circa per un quarto stranieri, e quelli sono stati i primi posti a saltare. Inoltre anche in tempi più normali la disoccupazione degli stranieri era circa di due punti superiore a quella dei lavoratori italiani. Può dispiacere, insomma, ma il ridursi degli occupati stranieri è inevitabile, e consiglia al buon senso di non chiamarne perlomeno intanto altri. Come s'inizia a pensare nel centrodestra, dove la Lega reclama il blocco degli ingressi, incentivi per i rimpatri dei disoccupati stranieri.
L’argomento non è dei più piacevoli, ma non sembra esserci altra scelta sensata. Peraltro anche i leghisti, solitamente deliziati dai toni più truci dei loro sbrigativi dialetti, stavolta si sono dati una regolata. In Commissione Finanze hanno paventato tensioni, come quelle capitate in Inghilterra. E nel nostro Sud potrebbero essercene di più gravi. E c’è poi anche Zapatero, il quale è socialista sì, ma in Spagna paga gli immigrati senza lavoro che accettino di tornarsene a casa. Anche l'idea d'una moratoria di due anni sugli ingressi di altri stranieri è del resto posta con le buone maniere.
Insomma queste misure hanno un loro buonsenso, e così tanto corrispondono al nuovo spirito del tempo, che la Lega può evitare di drammatizzarle. Se Obama, e il suo ormai sempre più barackato team d’economisti, lascia nel pacchetto di spese statali la clausola del Buy American, perché in Italia non dovremo adeguarci? Tra l’altro su un argomento riguardo al quale il pregiudizio, le manie della sinistra quasi sempre purtroppo l’hanno avuta vinta sul buon senso. Non v’è dubbio infatti che il sacrificio del lavoro e dei salari negli ultimi settenni non si sia dovuto solo all’euro e tasse connesse.
Anche un’immigrazione senza regole ha peggiorato i salari e abbassato la produttività. A un’impresa dove gli italiani per un certo salario non avessero lavorato, non sarebbe restato altro da fare che investire e aumentare l’efficienza, dunque i salari. Invece, si sono fatti arrivare gli stranieri, pronti a salari ancora minori, coi risultati di questi ultimi anni: più occupati, meno produttività e meno salari. L’esatto opposto di quanto è accaduto nella più sana Germania. Inevitabile che ora la crisi ristrutturando le imprese riaggiusti le cose. Sempre che i soliti dottrinari, amici finti dei lavoratori, italiani o stranieri, non s’ostinino contro quel movimento reale delle cose, cheil loro Marx invece mitizzava. E le cose, con le italiane che tornano loro a fare le badanti, e la Cgil di Treviso che chiede di non far entrare altri lavoratori stranieri, sono cambiate.
E sarebbe allora un gran bene se il governo ne derivasse a riguardo una certa sicurezza.
Già del resto il Senato americano ha limitato le assunzioni di studenti stranieri nelle imprese che ottengono aiuti, e Bank of America, si è già compiaciuta di aver obbedito. Si può dire insomma che Bossi stavolta la pensa come Obama.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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