Bossi rilancia sulla Padania, ma Tosi non ci sta

Il leader del Carroccio torna sulla polemica con il Quirinale: "Tutti hanno capito che l’Italia non tiene più, fa fatica a tenere, non ha più i mezzi economici". Il sindaco di Verona, Flavio Tosi: "Possiamo discutere se la Padania esiste o non esiste ma è filosofia, i problemi del Paese restano. A me piace stare sulle cose concrete"

Bossi rilancia sulla Padania, ma Tosi non ci sta

Dopo il putiferio scoppiato per le parole di Napolitano ("La Padania non esiste..."), Bossi torna sull'argomento. E lo fa a modo suo, con una battuta, durante un comizio a sorpresa alla festa della Lega di Buguggiate, in provincia di Varese: "Facile sostenere che la Padania non esiste per tranquillizzare. Io e Calderoli stiamo finendo bene adesso il federalismo, e penso che il presidente della Repubblica firmerà". Il leader del Carroccio evita di polemizzare direttamente con il Capo dello Stato, come hanno fatto, a caldo, molti colonnelli leghisti. Lui preferisce mantenere un profilo basso.

"Diciamo che è facile - prosegue il Senatùr - parlare da Napoli e da Roma (e dire, ndr) che la Padania non esiste per tranquillizzare, ma tutti hanno capito che l’Italia non tiene più, fa fatica a tenere, non ha più i mezzi economici, nonostante le manovre che fa Tremonti nel tentativo di non farsi squalificare dall’Europa".

Poi da Bossi arriva una stoccata agli imprenditori e, in particolare, a Diego Della Valle, che nei giorni scorsi ha comprato le pagine di alcuni quotidiani per lanciare dure accuse contro i politici. "Se gli imprenditori stanno gridando, troppo secondo me, è perché anche loro qualche difetto ce l’hanno, non c’è più nessuno che è capace di inventare un lavoro. Non li vedo tanto capaci di progettare un futuro - ha aggiunto Bossi -. Possono parlare, ma se tutto quello che chiedono sono i vantaggi dello Stato, rischiamo di diventare come il sud: chi vive di vantaggi, di aiuto dello Stato, non va molto distante".

"Oggi quel che vedo è che certo un po' di tasse in meno farebbe bene alle imprese, ma anche un po' di idee in più, un pò di capacità in più a invesire nel futuro in nuovo lavoro non farebbe male", ha proseguito il leader del Carroccio. "Inutile che diano colpa della politica, è colpa di tutti: è colpa di quelli che avevano in mano il volante e non hanno saputo guidare, sennò è troppo semplice dire che è colpa di Berlusconi: quello avrà le sue colpe, ma non è che quando piove è sempre colpa di Berlusconi".

C'è un passaggio, nel suio discorso, in cui Bossi ha difeso a spada tratta la moglie Manuela, da alcuni accusati di essere una sorta di "zarina" che manovra il partito da dietro le quinte. "Nella Lega ultimamente vedo troppa gente che parla a vanvera, questo devo dirlo, troppa gente, addirittura mi fa passare la voglia di far politica tutta questa gente che parla e parla. La gente ci doveva essere all’inizio a fare la Lega, questa gente non c’era. I soldi per fare la Lega li ha messi la Manuela, mia moglie, che ci diede addirittura la prima sede, ci diede casa sua, non avevamo altro. C’è tanta gente che parla, io conosco la verità di quei tempi, so chi c’era e chi non c’era. Quelli che parlano non c’erano, parlano per farsi vedere".

Antonio Di Pietro non si lascia sfuggire l'occasione per andare all'attacco del senatùr. "Delle due l’una, o Bossi ha bisogno di essere curato o è un eversivo, nel senso che vuole portare avanti un’azione eversiva ai sensi del codice penale. Sia in un caso che nell’altro - continua il leader dell'Idv - io credo che non possa essergli permesso di stare al governo in un Paese civile e democratico. Ma siccome ci sta, e siccome lo difendono pure a me pare che non c’è altra soluzione che tornare alle urne, sperando che i cittadini si rendano conto che si sta distruggendo il Paese in nome di ciò che sembra una boutade ma poi si scopre che è reale". 

Intanto ad agitare le acque in seno alla Lega arriva una dichiarazione del sindaco di Verona, il maroniano Flavio Tosi: "Io sono veronese, veneto, padano, italiano, europeo, basta non c’è altro". Poche parole, pronunciate ai microfoni di Radio 24, con le quali il sindaco leghista liquida la questione della secessione e il dibattito sulla Padania: "È un argomento che non serve. Possiamo discutere se la Padania esiste o non esiste, dove inizia o finisce.

Possiamo parlare del popolo padano o veneto, siciliano, juventino o milanista. È filosofia, ma i problemi del Paese restano. Mi piace stare sulle cose concrete, il federalismo, le riforme. Sul tema Padania si rischia di dividersi e non è il momento".

 

 

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