Il Brasile affonda in una storia di tangenti

Il partito di Dilma Rousseff avrebbe ricevuto ilegalmente denaro dal colosso petrolifero Petrobras

Il Brasile affonda in una storia di tangenti

Le tangenti per la campagna elettorale. Il Brasile affonda in una storia di corruzione senza precedenti che lambisce il presidente Dilma Rousseff. La storia è quella di Petrobras, il colosso petrolifero i cui soldi avrebbero inquinato la vita politica del Brasile. In particolare la campagna elettorale del 2010, quella che segnò l'ascesa di Dilma Rousseff, poi riconfermata solo poche settimane fa per il secondo mandato. L'imprenditore Augusto Mendonca Neto, oggi collaboratore di giustizia, sostiene che una somma pari a 4 milioni di reais (1,26 milioni di euro) venne girata al Partito dei lavoratori sotto forma di donazione ufficiale per la campagna del 2010 che consacrò la Rousseff. Piccolo, imbarazzante dettaglio: quei soldi facevano parte, secondo la rivelazione, delle mazzette pagate per i cantieri di una raffineria di Petrobras nel Paranà, fra il 2008 e il 2011.

Per il leader conservatore Aecio Neves, sconfitto in ottobre dalla Rousseff, "se le denunce fossero confermate renderebbero illegittimo l'attuale governo". L'opposizione sta valutando addirittura la possibilità di aprire un processo per impeachment contro la Rousseff.

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