Il virus Zika sta portando con se anche degli effetti collaterali allarmanti e drammatici. In Brasile stando a quanto riportato dall'agenzia Notimerica, sempre più uomini e padri, stanno abbandonando le proprie compagne dopo che vengono a sapere che hanno contratto il virus della Zika o al momento della nascita di un bambino affetto da microcefalia.
Una realtà atroce ma che sta sempre più dilagando nel paese latinoamericano. L'agenzia di stampa sudamericana ha riportato le storie di alcune donne che dopo aver appreso della malattia del nascituro hanno anche dovuto vivere il dramma dell'abbandono.
Il Brasile da ottobre ad oggi ha confermato oltre 700 casi di malformazione congenita imputabile alla puntura della zanzara. La realtà poi, è che lo stato di abbandono e la mancanza di aiuti, rende la vita delle donne e dei propri figli ancor più complessa.
Intanto intorno al problema del virus Zika, un'altra questione è tornata alla ribalta delle cronache in Brasile. Quella dell'aborto. Nel Paese più cattolico al mondo, l'aborto è concesso solo in due casi: quando la gravidanza mette in pericolo la vita della madre e quando la gravidanza deriva da uno stupro. E, nonostante il fatto che il virus Zika se contratto da una donna in cinta provochi problemi alla vista e microcefalea al nascituro, il Ministero della Sanità brasiliano ha comunque deciso di non permettere l'aborto. E non solo: il congressista Anderson Ferreira del PR-PE ha presentato un progetto di legge nel quale vuole aumentare la pena per le donne che abortiscono clandestinamente quando hanno contratto la Zika.
'' Il progetto nasce per contrastare il movimento femminista che sta approfittando di un momento drammatico e di panico tra le famiglie, per rilanciare la campagna a favore dell'aborto nel nostro Paese'' sono state le parole con cui Ferreira ha spiegato il perchè del progetto di legge.
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