Avete sentito cosa ha detto Shy a Breaking Italy nell'edizione odierna? Come? Molti non sapranno cos'è Breaking Italy, altri sì (ha quasi un milione di iscritti), in ogni caso: nato come Youtuber, il sardo Alessandro Masala (il suo pseudonimo, Shy, viene da Shooter Hates You), negli ultimi anni ha dato vita a un vero e proprio telegiornale su Youtube, creando anche una vera e propria impresa, con redazione, collaboratori, incontri a Milano che riempiono il Teatro dal Verme nella «Breaking Italy Night».
Ma anche chiamarlo «telegiornale su Youtube» è limitativo. Breaking Italy commenta tre notizie al giorno (di cultura, politica, geopolitica, o quello di cui nel Paese si parla) con un'intelligenza rara e un approfondimento che in televisione non si potrebbe fare (ogni venerdì c'è anche una live di un'ora e mezzo per rispondere alle domande degli spettatori). Non è la Rai: si mantiene con gli introiti di Youtube (in base alle visualizzazioni) e con abbonamenti che ognuno può sottoscrivere allo scopo di sostenere il format stesso. Se non si vuole pagare, è gratis. In ogni caso il lavoro che c'è dietro a quei venti minuti giornalieri si vede eccome.
Orientamento politico? Direi liberale, libertario, più o meno radicale come me. Un difetto? Guardando gli ospiti (mi riferisco agli incontri in teatro, per citarne qualcuno Elly Schlein, Roberto Saviano, Travaglio, Conte) mi è parso lo stesso di Fabio Fazio: selezionarli tra una cerchia più o meno compatibile con il pubblico di una certa sinistra o attualmente opposizione non proprio culturalmente liberale. Scrittori, zero (Masala ha anche dichiarato di leggere pochi romanzi o nessuno, per cui fossimo all'inizio del secolo scorso avrebbe invitato Pierre Hamp e non si sarebbe accorto di Marcel Proust o James Joyce): anche perché non credo avrebbe invitato me, che non sono invitabile dal vivo e non lo sarò da morto e se scrivo io questo pezzo sono al di sopra di ogni sospetto; ma mi pare non abbia alcuna idea della cultura che non sia il riflesso del mainstream televisivo e dei soliti salottini culturali di finto anticonformismo, tant'è che si è fermato a Saviano o giù di lì.
Attenzione: nessun dialogo adorante, Masala ha una regola ferrea: non dire mai le domande prima, non tagliare niente di quanto andrà su Youtube, e discutere con l'ospite manifestando il disaccordo, ma sempre con gentilezza e rispetto, insomma nulla viene buttato in caciara.
Tuttavia mi ha sorpreso una cosa: la redazione di Breaking Italy dichiara di aver contattato anche politici di destra, ma nessuno ha accettato (eppure è un teatro riempito e le registrazioni degli incontri generano centinaia di migliaia di visualizzazioni, soprattutto del pubblico più giovane che non guarda la televisione). Fossi Giorgia Meloni o Salvini o qualsiasi esponente di destra ci andrei di corsa. Insomma, il mio sospetto di fabiofazismo è caduto. Ci vorrebbe però la controprova: Alessandro Sallusti o Vittorio Feltri per esempio sono mai stati invitati? Non lo dico perché sono i direttori del presente giornale con cui collaboro da anni (giornale che ospita uno scrittore non allineato come me e lasciandolo libero, cosa non da poco in Italia), ma perché è la controprova più a portata di mano.
Di certo l'intelligenza di Breaking Italy alimenta il pensiero critico, e trova il modo di scontentare quasi tutti coloro che sventolano una bandiera di qualsiasi tipo perché, nelle notizie selezionate, esprime opinioni complesse (con tanto di fonti, e spaziando anche sulla stampa straniera), non da tifoso di un partito preso, il che è un bene.
Le polemiche del raduno fascista di Acca Larentia, per dire, le ha liquidate con un «perché stare lì a dare visibilità a quattro gatti col braccino teso?», invitando la sinistra a uscire da questa ossessione del fascismo al potere. Come scriveva Aldo Busi (che Masala non conoscerà, o conoscerà solo perché lo ha visto in tv): «È positivo essere antipatico a qualcuno, tanto lo saresti né più né meno, e in più non saresti simpatico a nessuno».
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