Briatore rintraccia i furbetti dello champagne. E li fa pagare

Ricordando il tragicomico cappello a cilindro (modello cocchiere della carrozza di Sua Maestà) indossato da Eros Ramazzotti, i camerieri del Castello Odescalchi di Bracciano ancora se la ridono di gusto. Correva l’anno 1998 e il cantante - «elegantissimo» con la sua tuba in testa - sposava qui un’acerba e ancora semisconosciuta Michelle Hunziker. Nel 2006 stessa cornice per il «sì» tra Tom Cruise e Katie Holmes, anch’essi rapiti dalla bellezza del maniero «odescalchesco»; favolosi saloni che nel 1979 ospitarono anche il ricevimento nuziale (quello sì, veramente di classe) fra Isabella Rossellini e Martin Scorsese.
Ma lungo lo scivoloso piano inclinato dei matrimoni vip serviti nella fortezza di Bracciano, ieri qualcuno si è divertito a nascondere una ulteriore buccia di banana per mandare a gambe all’aria la coppia Ecclestone-Stunt. Lei è Petra Ecclestone, figlia del patron della Formula Uno, Bernie; lui è James Stunt, uomo d’affari dal portafoglio ad organetto. Un party - il loro - talmente caciarone da far rigirare nella tomba tutti i seriosi antenati della nobile famiglia Odescalchi. Una cerimonia già alla vigilia definita «faraonica» dalla stampa britannica, ma che si è rivelata più kitch del previsto. Del resto, per spendere un milione e mezzo di euro, i piccioncini devono averci dato dentro alla grande con paillettes, ricchi premi e cotillon. Un bel po’ di soldini di certo se li è pappati Eric Clapton, il cantante amico stretto del papà della sposa, che ha aperto le danze per i 300 invitati (gran parte dei quali brilli ben prima della mezzanotte). Il toto-invitati prevedeva pezzi grossi del calibro di Flavio Briatore (effettivamente in evidente sovrappeso), Michael Schumacher, Paris Hilton (con cappellone nere a falde larghe) e Sarah Ferguson.
Molto più sobrio, invece, il party in salsa lucana celebrato ieri a Bernalda tra Sofia Coppola, la figlia del celebre regista, e il cantante francese, Thomas Mars. Al matrimonio nella lista degli ospiti figuravano il regista di «Guerre Stellari» George Lucas e lo scenografo Dean Tavoularis, grandi amici del padre della sposa. «Giocava» invece in famiglia Talia Shire, la «Adriana» del film «Rocky», sorella di Francis Ford Coppola. Delusi non poco i vip-watchers (sì, i paparazzi in versione auanagana), arrivati da varie località, sperano di incontrare anche altre star di Hollywood: si favoleggiava di Johnny Depp, Al Pacino, Sylvester Stallone e via hollywoodando. Però ad agosto tanti nomi da Oscar sono in ben altre faccende affaccendati; così il manipolo di cacciatori di autografi in sosta permanente davanti Palazzo Margherita, lo storico edificio acquistato da Coppola per l’occasione, sono rimasti coi taccuini bianchi.
Ma dinanzi a un siffatto profluvio di fiori d’arancio, la domanda si schiude naturale come un bocciolo: perché tante coppie straniere (vip e svip) scelgono l’Italia per coronare il proprio sogno d’amore? Il nostro non si chiama Belpaese a caso. E infatti il trend del matrimonio in città che non c’entrano nulla con gli sposi si è moltiplicato come una lista-nozze. Per lo più si parla di unioni civili, ma anche quelle religiose sono in aumento. Del resto sono gli stessi Comuni italiani a incentivare le «trasferte» del turismo nuziale con offerte, promozioni, pacchetti, che vanno al di là della disponibilità (a pagamento) di location prestigiose. A Perugia, ad esempio, la società aeroportuale offre un pacchetto-sposi in stile Las Vegas con tanto di champagne, fiori e confetti. Un business che hanno fiutato in molti. Il sindaco di Forte dei Marmi ha scritto al ministro dell'Interno Roberto Maroni per chiedere una modifica del codice civile così da poter celebrare le nozze anche in riva al mare, sulla spiaggia o sul pontile.

La sindrome del wedding planner non risparmia neppure palazzi nobiliari e sedi istituzionali di città-simbolo come Roma, Firenze, Bologna e Venezia. Città, quest’ultima, dove ormai il Comune incassa più soldi con i matrimoni dei «forestieri» che con le tasse del serenissimi residenti. E se c’è l’acqua alta? Nessun problema: sposa bagnata, sposa fortunata.

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