Salpano senza certificazioni, la sfida di Mare Jonio al governo

La nave della Ong è tornata in mare con una nuova missione senza l'attrezzatura di soccorso che le autorità italiane hanno fatto sbarcare: "Missione possibile col sostegno di Flai Cgil"

Salpano senza certificazioni, la sfida di Mare Jonio al governo
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La nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans ha ripreso il mare. La nave della Ong era stata sottoposta a ispezione dallo Stato di bandiera, ossia le autorità italiane, che avevano rilevato l'assenza di certificazioni, tanto che l'equipaggio era stato diffidato "dal continuare a intraprendere ogni attività preordinata alla effettuazione sistematica del servizio di ricerca e soccorso in mare". Alla nave era stato dato ordine di sbarcare le attrezzature. Tuttavia, nonostante la diffida, la Mare Jonio è tornata in mare senza le certificazioni, che sono attualmente oggetto di un ricorso davanti al Tar del Lazio. Luca Casarini, in occasione dell'ispezione, dichiarò: "Secondo voi, noi obbediremo all'ordine di non soccorrere". Ora la nave viaggia verso Lampedusa.

"Si tratta di una partenza inattesa", scrive la Ong in un comunicato in cui definisce "senza giustificazione" un'ispezione che lo Stato di bandiera ha il diritto di compiere in ogni circostanza lo ritenga opportuno, senza preavviso. In quell'occasione, spiegano, l'ispezione si era conclusa con l'ordine di sbarcare "i container destinati all’accoglienza delle persone soccorse, quello dell’infermeria, i bagni chimici, le docce e i due gommoni veloci rhib". In caso di mancata inottemperanza dell'ordine, si legge nella nota, "sarebbe stato ritirato il certificato d’Idoneità, indispensabile per navigare". Secondo l'armatore sociale di Mediterranea, Alessandro Metz, "si tratta di un ordine del tutto illegittimo, un’imposizione il cui vero obiettivo è cercare di fermare una volta per tutte la Mare Jonio".

La Ong afferma di aver attivato i suoi legali ma intanto è tornata in mare, anche grazie al sindacato Flai Cgil che, probabilmente, ha offerto un finanziamento per coprire parte dei costi di missione. Infatti, Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha dichiarato nella nota che "non è un caso che questa missione sia resa possibile dal sostegno di Flai Cgil, il sindacato confederale particolarmente attivo nella lotta al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura".

Sheila Melosu, capomissione a bordo della nave, afferma, lanciando la sfida al governo: "Sono le persone che salvano le persone, esseri umani che soccorrono altri esseri umani, obbedendo alla legge del mare e al diritto internazionale, non le attrezzature di cui ci è stato imposto lo sbarco".

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