Brindisi in una scuola per la caduta del Cav Brambilla: fatto grave

Ennesimo esempio di anti berlusconismo militante dietro le cattedre. A Merate i prof del liceo scientifico Agnesi hanno organizzato una festa alcolica per festeggiare le dimissioni da premier

Brindisi in una scuola per la caduta del Cav Brambilla: fatto grave

Dietro certe cattedre il Sessantotto non è mai passato. Dietro certe cattedre all'insegnamento si preferisce l'ideologia. E, se durante gli anni di Piombo, c'era quella comunista, oggi è stata sostituita da quella antiberlusconiana. Per questo non deve stupire se in un'aula del liceo scientifico Agnesi di Merate sono spuntate le torte e lo spumante per festeggiare le dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Non deve stupire, ma sicuramente dovrebbe ugualmente indignare un Paese che, dagli anni Sessanta, è abituato a vedere la scuola usata come luogo di indottrinamento.

Quando Berlusconi lo disse per la prima volta si attirò le ire della stampa progressista. "Bisognerebbe poter educare i figli liberamente - disse il Cavaliere - e liberamente significa non essere costretti a mandarli a studiare in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono per i propri figli educandoli nell'ambito della famiglia". Una denuncia, quella lanciata nel febbraio scorso dal premier, tanto vera quanto dolorosa. Non mancano certo gli episodi spiacevoli. Non da ultimo quello denunciato dal Giorno nell'edizione di Lecco. A organizzare il brindisi di addio al Cavaliere e al governo non ci hanno pensato soltanto alcuni ragazzi, ma in una classe se ne sono occupati direttamente i professori. Sono stati, infatti, i docenti della quinta scientifico a invitare gli studenti più giovani a esultare per le dimissioni di Berlusconi.

La preside Maria Teresa Rigato assicura di non saperne nulla. Eppure le manifestazioni, pur non essendo state autorizzate, non sono state affatto improvvisate. I docenti le hanno organizzate con cura il giorno precedente: grazie al passa parola e al bailamme sulla pagina Facebook dell'istituto superiore di via dei Ludovichi la "festicciola" è stata tutt'altro che un fiasco. Torta e Coca Cola? Macché. Una vera e propria festa alcolica. Dalla Bonarda alla birra. Fiumi di vino anche per i docenti che, sempre soprannominati, non possono essere riconosciuti. Non sono mancate le fotografie con bottiglie in bella mostra sulla cattedra e sui banchi. "Io non ne sapevo nulla e non mi risulta niente del genere - ha spiegato la dirigente scolastica al Giorno - se comunque qualcosa è avvenuto in tal senso assicuro che da parte mia non c'è stata alcuna autorizzazione". Adesso ci saranno le verifiche del caso. La Rigato, ad ogni modo, ha condannato l'accaduto parlando di vere e proprie "manifestazioni di partigianeria".

La scuola di Merate non è certo la prima che inserisce l'anti berlusconismo tra le materie da insegnare. Gli esempi si sprecano. Dalla professoressa di prima media a Spoleto che chiede agli alunni di disegnare "un carro di Carnevale prendendo spunto dai festini di Berlusconi ad Arcore" ai bambini usati per cantare una canzone contro il Cavaliere. Quello di Merate è solo l'ultimo esempio di una scuola ancora da riformare. E' immediata la replica del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che parla di "fatto estremamente grave" chiedendo "un’immediata adozione di provvedimenti a tutela del diritto delle famiglie lecchesi di poter mandare i loro figli in una scuola pubblica che garantisca un’istruzione libera da qualsiasi forma di condizionamento ideologico". Davanti alla denuncia del Giorno la presidente del Consiglio di istituto, Luisa Rigamonti, e il presidente del Consiglio del comitato genitori, Duilio Manzoni, hanno cercato tuttavia di minimizzare parlando di "ignobile strumentalizzazione dei fatti". "La notizia é assolutamente falsa, diffamante e calunniosa", hanno tuonato in una lettera inviata al Giornale.it.

La "bravata" non finisce qui. La Brambilla ha, infatti, preparato una interrogazione parlamentare per verificare se esistono "gli estremi per l’avvio del procedimento disciplinare nei confronti dei docenti".

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