Bruzzone e quegli omicidi nati "Nella mente di Narciso"

La nota criminologa esamina la psiche disturbata degli assassini che uccidono l'anima prima del corpo

Bruzzone e quegli omicidi nati "Nella mente di Narciso"
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Lei è una guerriera che dedica la vita alle vittime e alla conoscenza delle menti criminali. La vediamo tutti i giorni in tv (soprattutto a Ore 14 su Raidue) analizzare i comportamenti dei delinquenti e raccomandare, soprattutto alle donne, di denunciare, scappare, chiedere aiuto. Ora, per portare avanti questa battaglia in maniera ancora più incisiva, Roberta Bruzzone (nella foto) ha deciso di realizzare il primo programma ideato e condotto interamente da lei. Nella mente di Narciso (otto puntate da 25 minuti) sarà disponile su RaiPlay da martedì. Il focus è sulle persone dalla mente disturbata che sono sempre più presenti nella nostra società e che compiono delitti atroci. «È un programma dedicato a smascherare i manipolatori affettivi in maniera molto concreta attraverso esempi reali, molto pratici e decodificabili da parte di chiunque», spiega la criminologa. «Un vademecum per difendersi da tutti coloro che possono in qualche modo portarci a dubitare del nostro valore fino a trasformarci in vittime, in prede». I quattro casi di cronaca nera da cui si prende spunto sono: quello di Benno Neumair, il giovane che il 4 gennaio 2021 a Bolzano uccise i genitori Peter Neumair e Laura Perselli; l'omicidio di Sarah Scazzi; il delitto di Temù, (l'omicidio, da parte delle figlie, di Laura Ziliani); il caso Tramontano-Impagnatiello. Supportata da una griglia che raccoglie tutte le caratteristiche specifiche del narcisista maligno, la psicologa indaga le personalità degli assassini al centro delle vicende raccontate, dimostrando come siano affetti da disturbo narcisistico, con tutte le ripercussioni devastanti sulle loro vittime. «Conoscere come funziona la mente di questi soggetti è l'unico modo per prevenire esperienze di abuso psicologico e non solo. Questa è l'unica prevenzione possibile».

Ma perché questi casi sono in così grande aumento? «Purtroppo bisogna ricondurre le responsabilità a una dimensione genitoriale, un tipo di crescita che li ha portati a sviluppare un'idea distorta di sé e a nutrirsi del potere che riescono a esercitare sugli altri».

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