I pantaloni stirati con la riga. La giacca abbottonata. E persino le scarpe lucide. No, Michael Bublè non sembra un inquilino del contemporaneo: ha trentaquattro anni, dovrebbe essere un'altra persona, e invece quando lancia lo sguardo all'orizzonte dal palco su cui canta, sembra guardare indietro, agli anni Quaranta e Cinquanta, agli anni dello swing e di Sua Maestà Frank Sinatra. Con quella musica è cresciuto in casa, sin da bambino, e quella gli è sempre sembrato naturale cantare. É lì che ha riposto i suoi sogni e - questa l'impresa riuscitagli da sette anni a questa parte, cioè da quando esordì a livello internazionale nel 2003 - è lì che è riuscito a portare una larga fetta di pubblico, soprattutto di giovani, ancora non familiarizzati al genere. E - ironie o paradossi della vita - sono proprio loro che gli hanno permesso di vendere milioni di dischi e di trasformarlo nel cantante «crooner» numero uno della scena mondiale. Ebbene sì lo swing, quando c'è lui in scena, va via come il pane, anche tra chi magari non ha mai visto (e ascoltato) un disco in vinile. Non è necessario avere i capelli bianchi per fare snapping con pollice e medio al ritmo di brani come Come Fly With Me o Fever: Michael Bublè si gode il merito di avere mantenuto vivo un genere musicale assolutamente affascinante, molto americano e molto sexy, il che non guasta per le fan le quali, in questo ex grassottello di buone speranze ora trasformatosi in sex symbol della porta accanto, ritrovano un romanticismo d'altri tempi. Insomma, un concerto di Bublè non si limita a diffondere buona musica: trasporta letteralmente un pezzo di mondo - l'America dello swing, di Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Dean Martin, Ella Fitzgerald - sul palcoscenico. Questo accadrà anche al Mediolanum Forum, nel concerto (già sold out) che il cantante canadese (ma di origini italiane: i nonni sono per metà veneti e per metà abruzzesi, e dal 2005 Bublè ha persino ottenuto la cittadinanza italiana) terrà stasera (ore 21). Michael Bublè è riuscito dove un illustre collega come Harry Connick Jr. - pianista provetto di New Orleans, cantante, nonché attore - ha fallito: portare lo swing in alta classifica oggi, anche nel vecchio continente. E dire che in quanto a voce e appeal, Connick ne aveva da vendere, e il suo timbro vocale sembrava ancor più evocativo di quello di Sinatra. Bublé, dunque, è pure fortunato: è arrivato al momento giusto, armato delle melodie e del sorriso giusti. Insieme con lui, sul palcoscenico, è attesa una «big orchestra» di tredici elementi, pronta a sfornare grandi classici easy jazz ma anche inediti del repertorio più pop di Bublè, tratti dalla decina di album pubblicati finora, buon ultimo l'ep Special Delivery, uscito nel 2010, raccolta di sei brani nei quali il «crooner» canadese interpreta brani finora proposti in edizione limitata, come These Foolish Things, Mack the Knife e Soflty as I Leave You. A fare da colonna portante allo show, l'ultimo album Crazy Love, pubblicato nel 2009, miniera di singoli per le radio, basti pensare a Cry Me a River o Hold On, un lento un po' ruffiano ma inesorabile.
Classici come Georgia on My Mind, Me and Mrs Jones o i sinatriani My Funny Valentine e For Once in My Life si affiancano a rivisitazioni pop come la storica Twist and Shout di beatlesiana memoria e Billy Jean, omaggio al compianto Michael Jackson. Non c'è dubbio, Michael Bublè sa come piacere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.