Buffon e Bettega patto di ferro, Tardelli silura Ferrara

TorinoMolinaro e Ariaudo in prestito, rispettivamente all'Atletico Madrid e al Cagliari. Per ora, basta. È partito così, il mercato di riparazione della Juventus. E chissà se mai abbandonerà la sordina: pare di no, in realtà. In corso Galileo Ferraris al momento hanno altre priorità: recuperare gli infortunati e far sì che i giocatori per cui si sono spesi soldi veri, durante l'estate, rendano per quelle che sono le loro potenzialità.
Così, mentre la Roma annuncia Toni, l'Inter Pandev e magari tra qualche giorno Kolarov, il Milan riabbraccia Beckham, la Lazio va alla scoperta di Floccari e il Genoa di Suazo, la Juve resta a guardare. Si lecca le ferite, la Signora: va a rapporto da Bettega tutti i giorni e aspetta di capire se davvero il peggio è passato. Il nuovo vicedirettore generale, in compenso, pare morso da una tarantola: non si perde un allenamento che sia uno e anche ieri si è recato a Vinovo dove - coppola grigia in testa per ripararsi dal vento - si è fermato a lungo a parlottare con Buffon. Confessore, motivatore, suggeritore e quant'altro: «Non ho la bacchetta magica, ma intendo fare il possibile per dare una mano». Blanc gli ha ceduto lo scettro e si gode le vacanze, lui si sottopone a full immersion bianconere, sfogliando nel frattempo la margherita del «Ferrara da confermare, Ferrara da silurare».
Al momento ha prevalso la prima opzione, ma tutti sanno che tra 180' di gioco si tireranno le conclusioni e che magari Hiddink («Sarebbe la scelta giusta», ha sparato ieri Tardelli) smetterà di essere evocato come un fantasma materializzandosi sotto la Mole. «Dobbiamo tornare a essere la vera Juve», ha detto Buffon, che ieri ha ripreso a correre e proverà a esserci contro il Milan domenica prossima, pur se resta più probabile il ritorno contro il Chievo. «Ora c'è il campionato, poi arriveranno la Coppa Italia e l'Europa League: vogliamo giocarci tutto fino in fondo. Sono fiducioso: ho visto grande attenzione e impegno da parte di tutti». Bastasse quello, tutti centrerebbero i propri obiettivi: servirà altro, servirebbe altro. Alla Juve, per il momento, hanno deciso di temporeggiare: vero che D'Agostino costa la metà dei 20 milioni che l'Udinese voleva la scorsa estate, ma prima di andare all'assalto resta un’ultima chance per Felipe Melo.
Rimane in lizza anche Ledesma, ma vale il discorso di cui sopra. C’è pure la possibilità che, a fine mese, l'argentino si liberi a parametro zero emulando Pandev: considerato che l'uscita dalla Champions League è costata alla Juve una dozzina di milioni abbondanti, meglio allora andarci cauti con le spese. Ledesma piace anche al Napoli e De Laurentiis godrebbe non poco a soffiare un giocatore ai bianconeri. Prima, allora, la Signora pensa a rivalutare i suoi e a risparmiare: anche Tiago potrebbe prendere la via di Madrid (sempre sponda Atletico). E per i nomi in entrata, a Torino si vola basso: sondaggi su Guarente (Atalanta), Galloppa (Parma) e Zapater (Genoa). I nuovi acquisti? Magari fossero quelli che già vestono il bianconero, poco importa se da mesi o anni. «Dai vecchi mi aspetto di più - ha detto recentemente Ferrara -. Fanno già tanto, ma devono far capire a chi è appena arrivato qui l’importanza della Juve».
Sarà un caso, ma in questi giorni Bettega si è rivolto in primis proprio ai senatori: da Del Piero a Buffon, da Cannavaro a Trezeguet.

Chiaro l'intento: capire se davvero lo spogliatoio rema tutto dalla stessa parte e se certe frizioni con il tecnico sono superabili. I pareri sono discordi, a dirla tutta. E mentre a Torino le parole d'ordine sono «confronto, stimoli, unità e compattezza», altrove comprano giocatori in carne e ossa.

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