"Evasione fiscale e autoriciclaggio". Irene Pivetti condannata a 4 anni per le Ferrari vendute (per finta) in Cina

La quarta sezione penale del Tribunale di Milano ha accolto le richieste dell'accusa. L'ex presidente della Camera: "Io innocente, questo è solo il primo tempo"

"Evasione fiscale e autoriciclaggio". Irene Pivetti condannata a 4 anni per le Ferrari vendute (per finta) in Cina
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L'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è stata condannata in primo grado a quattro anni di reclusione per evasione fiscale e autoriciclaggio. Lo ha deliberato la quarta sezione penale del Tribunale di Milano nel processo a carico anche di altri tre imputati su una serie di operazioni commerciali nel 2016 del valore di circa 10 milioni di euro, in particolare la compravendita di tre Ferrari Granturismo che, secondo l'accusa, sarebbe servita per riciclare proventi frutto di illeciti fiscali. I magistrati hanno assecondato le richieste della procura: il pm Giovanni Tarzia, titolare delle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, chiedeva quattro anni di reclusione mentre l'avvocato Filippo Cocco, legale dell'ex esponente leghista, domandava l'assoluzione.

"Questo è solo il primo tempo. Sono assolutamente innocente, ma non mi aspettavo nulla di diverso. Ricorreremo in appello, ora attendo le motivazioni della sentenza perché sono davvero molto curiosa di vedere come hanno fatto a non tenere conto dei fatti che abbiamo elencato. Sono molto serena, io sono perfettamente innocente e avremo modo di chiarirlo in appello", ha commentato l'ex presidente della Camera, intervistata a caldo dai giornalisti dopo la sentenza. A Pivetti sono state riconosciute le attenuanti generiche, benché il pm Tarzia aveva proposto non fossero concedibili a una persona che "ha avuto modo di conoscere le Istituzioni dello Stato dall'interno, ha rivestito la terza carica dello Stato, è beneficiaria di un assegno vitalizio alimentato dalle imposte pagate dai cittadini, e dalla quale pertanto è lecito pretendere una particolare sensibilità rispetto agli obblighi di legge tributari".

La pubblica accusa aveva ipotizzato un presunto ruolo di intermediazione di Only Italia, società riconducibile a Pivetti, in operazioni del Team Racing di Isolani, che - sempre secondo l'accusa - avrebbe voluto nascondere al fisco alcuni beni, tra cui tre Ferrari Granturismo oggetto di compravendita, dopo aver accumulato debiti per 5 milioni di euro. Attorno alle tre auto - aveva ipotizzato l'accusa - sarebbe stata organizzata una finta vendita verso una società cinese. Quelle macchine, si leggeva negli atti, non erano però mai arrivate "nella disponibilità" dell'acquirente 'sulla carta', ovvero il gruppo cinese Daohe, ma sarebbero state trasferite da Isolani in Spagna, "dove tentò di venderle". L'unico "bene effettivamente ceduto, ovvero passato" ai cinesi sarebbe stato, secondo quando ricostruito e sostenuto dagli inquirenti, "il logo della Scuderia Isolani abbinato al logo Ferrari".

Nei confronti di Pivetti è stata disposta anche la confisca di oltre 3,4 milioni di euro.

Come pene accessorie l'ex presidente della Camera e imprenditrice ha ricevuto l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi. Il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza è stato fissato in 90 giorni.

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