In una società stressata come quella di oggi, sempre in corsa contro il tempo, è davvero difficile rispettare le regole del buon vivere, ma anche quelle del ben vivere. Si dimentica, spesso, che per aumentare la variabile della quantità della vita, ci si deve impegnare a migliorarne la qualità. Da questa premessa, il dottor Paulin Francis Lawson, responsabile dell'ambulatorio di gastroenterologia dell'Istituto clinico Beato Matteo di Vigevano (gruppo San Donato), spiega come sia importante, per evitare patologie gastrointestinali, un equilibrio, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche psichico: «È il cervello - dice Lawson - che invia gli impulsi; la fase digestiva che inizia dalla bocca, prosegue nello stomaco per finire nell'intestino, non sarà più controllata se a livello celebrale c'è qualcosa che non va; problemi e stress minano continuamente il processo digestivo provocando problemi di salute; per non parlare poi dei cibi avariati o di scarsa qualità».
Senza addentrarci nel campo delle intossicazioni alimentari, puntiamo l'attenzione alla cattiva digestione. «Quando si mangia troppo velocemente, per esempio, viene prodotto un eccesso di succhi gastrici che rendono l'ambiente troppo acido, deleterio per le pareti dello stomaco o si originano gonfiori addominali, con dolori, crampi, rutti o anche altre reazioni come diarrea, vomiti e rigurgiti». Anche nel tratto intestinale possono esserci complicazioni dolorose. Per non ricorrere necessariamente ai farmaci, è consigliabile una buona prevenzione che parte dalla bocca, dove la lenta masticazione è una garanzia per una sana digestione. Tuttavia, occorre saper ascoltare il proprio corpo e non trascurare i segnali d'allarme. «È importante prendere in considerazione i sintomi: si consiglia un tagliando dopo i 30 anni, ma dopo i 50, specie se persistono dolori, digestioni lunghe, soprattutto un dimagrimento eccessivo e repentino e la repulsione verso la carne, è indispensabile indagare e sottoporsi a una gastroscopia. A livello intestinale, alla presenza di sangue occulto, stitichezza, occlusioni e dolori addominali, si procede con una colonoscopia per indagare a livello dell'intestino crasso, e solo dopo si prosegue con esami nell'intestino tenue». È ovvio che è importante anche valutare la familiarità delle patologie: in questi casi non occorre attendere la manifestazione dei sintomi per sottoporsi a esami più mirati.
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