Bush, in città è già allarme-sicurezza

Sono cominciati ieri e continueranno oggi, per la parata del 2 giugno e i primi controlli in vista della visita del presidente George W. Bush a Roma l’8 e il 9 giugno. Solo successivamente entreranno in azione gli esperti nelle singole competenze, come le unità cinofile per scovare esplosivo e i corpi antisabotaggio. A mano a mano, con il passare dei giorni, entrerà in vigore l’interdizione dello spazio aereo (sembra limitato all’arrivo e alla partenza del presidente), l’impiego di elicotteri di polizia e carabinieri, e delle forze speciali, Gis e Nocs prima di tutti.
Quando le notizie provenienti dagli Usa su programmi, incontri, spostamenti e presenze saranno più dettagliate, sarà possibile anche articolare un piano molto preciso sul numero di scorte da affidare ed a chi. Già da questa mattina è cominciato l’esame dei tombini situati intorno all’ambasciata statunitense a via Veneto. Saranno anche rafforzati i controlli nell’area di Villa Taverna e del vicino hotel dove alloggerà la delegazione al seguito del presidente americano. Alle bonifiche del sottosuolo si affiancheranno quelle di superficie: sarà estesa l’area interdetta al parcheggio e alla sosta in prossimità dei luoghi in qualche modo coinvolti con la visita di Bush o, comunque, potenziali obiettivi.
Con grande discrezione, comunque, gli obiettivi ritenuti «sensibili», già oggetto di controlli, verranno vigilati in modo progressivamente più incisivo. Questo per le misure visibili. Poi ci sono quelle invisibili, come elettroniche, che sono già all’erta. Si sa per certo che del convoglio presidenziale farà parte anche il furgone con a bordo apparecchiature in grado di annullare qualunque comunicazione telefonica e radio al suo passaggio. Questo per evitare che vengano fornite notizie sulla posizione del convoglio stesso.
L’arrivo di Bush avverrà in un aeroporto blindato. Il Leonardo da Vinci, ma anche lo scalo di Ciampino, saranno setacciati a vista dalle forze di sicurezza. Bush giungerà dalla Polonia a bordo dell’Air Force One, seguito dall’altro velivolo gemello, l’Air Force Two, che resteranno in sosta in aeroporto fino alla partenza il 9. Sarà comunque l’intera zona dell’aeroporto a venire vigilata in ogni angolo, protetta da un ingente dispositivo di sicurezza assicurato dalle forze dell’ordine, Polizia di stato, Carabinieri e Gdf, dai reparti speciali dei Nocs e da un contingente dei servizi di sicurezza Usa.
Intanto ieri la Comunità di Sant’Egidio ha confermato di aver ricevuto tempo fa una specifica richiesta da parte dell’amministrazione statunitense per una visita del presidente Bush, ma non è ancora giunta conferma ufficiale della visita.

Alla Comunità si sono recati in visita ufficiale una decina di capi di Stato (tra i quali gli italiani Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano), oltre a papa Giovanni Paolo II due volte. Quella di Bush sarebbe però la prima di un presidente Usa.

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