C'è voglia di musica: dal barocco al gospel ecco i 30 cori a Milano

Tanti i gruppi amatoriali impegnati in 20 concerti l’anno. C’è chi ricerca tenori e chi i finanziamenti

C'è voglia di musica: 
dal barocco al gospel 
ecco i 30 cori a Milano

Mai chiamarli dilettanti perché - dicono - il termine racchiude in sè un’ombra non del tutto positiva: "Meglio definirci amatoriali". E a Milano cantano a livello amatoriale almeno 30 cori polifonici, formati mediamente da 25 persone ciascuno. Quasi un mini-esercito dedito alle armonie di Bach, Stravinsky, ma anche all'esecuzione di spiritual, gospel, canti popolari e brani della tradizione alpina. Il fatto curioso è che quasi tutti sono alla perenne ricerca di voci nuove. "Non ci servono grandi solisti - dicono - ma persone intonate e, soprattutto, affidabili". Nelle file di questi complessi sono rappresentate tutte le età e tutte le professioni: uomini e donne dai 18 agli 80 anni. Casalinghe come medici o impiegati non importa: la musica accomuna. Specialmente in queste formazioni dove l'individualità di ciascuno è sacrificata sull'altare del risultato collettivo.
"Sui giovani però bisogna aprire una parentesi". Chi parla è Carla Conti, presidente del coro Città di Milano, formazione fondata nel 1957, che interpreta polifonie sacre e profane dal Rinascimento alla musica contemporanea. "I diciotto-ventenni italiani si fanno vedere col lanternino. Forse perché troppo impegnati a seguire i talent show alla tv. Più facile che alla nostra porta bussi il giovane studente cinese o tedesco, magari giunto a Milano con il progetto Erasmus". Il coro Città di Milano, diretto dal maestro Mauro Benaglia, ha al suo attivo un'attività concertistica di tutto rispetto: Conservatorio, Ridotto della Scala, Accademia di Brera ma anche rassegne internazionali e produzioni discografiche.
Conferma la scarsità di new entry giovanili e non, anche il coro maschile Ana (Associazione nazionale alpini) di Milano, per accedere al quale non bisogna per forza essere alpini o ex penne nere: "In questo momento abbiamo pochi bassi e ancor meno tenori primi - svela il maestro Massimo Marchesotti, dal 1973 direttore artistico della formazione (età media sui 45 anni) - dunque ben vengano voci nuove e, soprattutto affidabili, perché il coro, pur essendo per tradizione pervaso da un'atmosfera amichevole, è impegnato in circa 80 prove e 20 concerti all'anno". Il gruppo Ana esiste dal 1949, ha guadagnato una benemerenza del Comune grazie alla sua attività benefica presso varie istituzioni di Milano, ma fa concerti pure all'estero, dalla Svizzera agli Stati Uniti e ha al suo attivo 30 produzioni discografiche.
Invece la formazione The Sweeters Swatters, coro gospel di 20 elementi, media sui 35 anni, diretti da Mauro Accatino, ha una sua originale convinzione a proposito dell’attuale scarsità di voci in circolazione. "È come se la crisi - dice Sabrina, una delle sei soprano del coro - colpisse non solo il portafogli ma anche il tempo libero della gente. Un fenomeno che rende vulnerabili soprattutto gli uomini". The Sweeters Swatters fanno attività concertistica in chiese (anche Whitney Huston, 55 milioni di dischi venduti, cominciò così) teatri o auditorium nell'area milanese per diffondere "con gioia" la conoscenza e la passione per il "White Spiritual".
Ma c'è anche un altro grosso problema che spesso determina la decimazione dei cori: la cronica mancanza di finanziamenti: "Ogni concerto - svela Andrea Thomas Gambetti, una laurea in Economia e Commercio, chitarrista classico e direttore della Polifonica Città Studi, gruppo amatoriale formato da 37 elementi - non ci costa meno di 3mila euro tra spostamenti, noleggio sale, permessi, e compenso per i musicisti. Ed è sempre molto difficile rientrare". Domanda: dare una mano a questi artisti disinteressati, potrebbe essere una buona idea per aziende, grandi o piccole, alla ricerca di eventi o squadre da sponsorizzare? Infatti i cori amatoriali sono quasi tutti associazioni culturali senza fini di lucro, e ogni associato devolve una quota annuale di adesione che rende possibile pagare l' affitto della sala prove, l'acquisto degli spartiti e tutto quanto serve alla macchina organizzativa.

La Polifonica Città Studi nasce nel 1990. In repertorio ha musica sacra e profana dal Cinquecento a oggi. Spesso si esibisce con solisti di fama e col gruppo strumentale Arcomelo, interprete di musica barocca con strumenti d'epoca.

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