Enrico Lagattolla
Un piccolo passo avanti. Lintricata vicenda dei 79 rom sgomberati dallex baraccopoli di via Capo Rizzuto, ospitati nella sede della protezione civile in via Barzaghi e in quella della Casa della Carità, sembra dipanarsi. Lentamente. La conferma arriva dalle parole del prefetto Bruno Ferrante: «Stiamo lavorando per trovare una soluzione».
Uno spiraglio sembra essersi aperto, dopo le proposte della Provincia (costruzione di un campo su unarea di proprietà della Serravalle Spa), e del gruppo immobilare Cabassi, che - su richiesta dello stesso prefetto - ha offerto unarea fuori dai confini della città da mettere temporaneamente a disposizione dei nomadi, e la cui gestione sarebbe affidata alla Casa della Carità.
Uno scenario che Ferrante giudica «molto interessante». «Sono grato a Marco Cabassi - commenta il prefetto - perché dimostra attenzione civica. E anche quella della Provincia è unipotesi, mi auguro che si possa arrivare a una soluzione». «Quando i soggetti coinvolti avranno definito un piano di intervento convocheremo un tavolo».
Da «Image Building», società che cura la comunicazione per il gruppo Cabassi, ribadiscono limpegno «a trovare una soluzione ponte per affrontare lemergenza. Allo stato delle cose, il gruppo, sta valutando unipotesi temporanea da realizzare sulla provincia di Milano». Ancora nessuna indicazione sullubicazione dellarea. Lunica cosa certa è che «non sarà nel capoluogo». Il vice sindaco De Corato, che si era detto «favorevole a qualsiasi sistemazione, purché fuori dal territorio milanese», è accontentato.
E servito. Perché il sindaco di Sesto San Giovanni Giorgio Oldrini, invitato nei giorni scorsi dallo stesso De Corato aveva a farsi carico dei rom di via Capo Rizzuto, risponde. «Primo, il vice sindaco di Milano forse non sa che Sesto ospita già molti nomadi, cosa per cui non possiamo prendere anche quelli milanesi. Secondo, ignora che a Sesto esista anche un centro di seconda accoglienza gestito dalla Caritas San Carlo». E tuttavia «non siamo contrari a discutere della questione dei romeni con il comune di Milano». Il punto è che «sul tavolo della trattativa devono trovare spazio tutti i problemi che da tempo poniamo a Milano, dai depuratori, alla metropolitana, alle tangenziali. Allora potremo discutere anche dei rom». «E questo - conclude Oldrini - vale anche per gli altri comuni della cintura milanese».
Schermaglie politiche e proposte da discutere. Restano i 79 romeni - tutti in possesso del permesso di soggiorno - che da ieri notte riparano nellauditorium della Casa della Carità di via Brambilla.
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