Caccia all’uomo per 27 anni Trova il killer della figlia e lo consegna alla giustizia

Una «caccia» durata 27 anni. Ventisette anni trascorsi con lo stesso imperativo che gli trapanava il cervello: «Devo trovare il bastardo che ha ucciso mia figlia!». Ora Andre Bamberski ce l’ha fatta, il «bastardo» è finito in cella. Finalmente pagherà per la morte di Kalinka, la quattordicenne che ammazzò nel 1982. Il killer è Dieter Krombach, un cardiologo di 74 anni.
Andre Bamberski, 72 anni, ha compiuto la sua missione: consegnare alla giustizia l’uomo che lo aveva fatto impazzire di dolore. Quando domenica il cardiologo è stato trovato legato e malmenato vicino al tribunale di Mulhouse, in Alsazia, Andre è stato il primo ad essere sospettato. Ora anche lui è finito nei guai. Indagato per rapimento, sequestro di persona, aggressione e associazione a delinquere.
Bamberski, di professione contabile, ha impiegato oltre un quarto di secolo e tutti i suoi averi per afferrare Dieter Krombach, il medico tedesco, amico della moglie, che nel 1982 con una misteriosa iniezione aveva ucciso Kalinka. Il padre dell’adolescente ha passato al setaccio l’intera Germania e con l’aiuto di detective privati ha spinto le sue ricerche fino in Sud America.
«Ha consacrato la sua vita a questa ricerca - racconta Robert Pince, un amico di Bamberski -: ora che ha più di 70 anni è stanco. Mi ha sempre detto che non desidera la morte del dottor Krombach, ma solo che sia giudicato».
Nel 1995 Dieter Krombach era già stato condannato in contumacia a 15 anni di prigione. L’accusa: aver «involontariamente» causato la morte di Kalinka. Il padre della ragazza, invece, avrebbe voluto che venisse condannato per omicidio.
Domenica, ad avvisare la polizia che il medico tedesco era legato vicino al tribunale di Mulhouse, è stato proprio Andre Bamberski che si trovava in quella stessa città, ma che ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda.
Krombach nel 1997 era stato anche condannato a due anni di reclusione con la condizionale e ad altrettanti di divieto di esercitare la professione medica per aver violentato una paziente di 16 anni di origine russa mentre era sotto anestesia per un esame allo stomaco. Un «giochetto» che, forse, Krombach aveva intenzione di ripetere anche con la giovane figlia di Bamberski. Secondo il verdetto della Corte d'Assise di Parigi il medico, che al tempo era il compagno della madre di Kalinka, avrebbe cercato infatti di drogare la ragazza per poi violentarla. Ma qualcosa sarebbe andato storto e la quattordicenne sarebbe morta dopo aver subito un’iniezione di una sostanza tossica.
Gli atti del processo spiegano che «la morte della quattordicenne sarebbe avvenuta a Lindau, cittadina tedesca sul lago Costanza, dove l’imputato aveva la residenza». Peccato che la giustizia tedesca abbia velocemente archiviato il caso «perché», secondo la perizia, «era impossibile accertare le vere cause del decesso».
Un epilogo al quale Bamberski non si era mai rassegnato. Sicuro della colpevolezza del medico tedesco, il padre di Kalinka ha continuato la sua caccia all’uomo. Ottenendo nel nel 1995 un risultato decisivo: la riesumazione del corpo della figlia e la riapertura del caso. Spuntano nuove prove. E la Corte d'Assise di Parigi condanna Dieter Krombach a 15 anni di prigione.

Particolare non da poco: la Germania ha sempre rifiutato l'estradizione dell'omicida in Francia.
Ora Krombach sarà processato da un tribunale francese per l’omicidio di Kalinka. I giudici, per la prima volta, potranno guardarlo negli occhi. E un uomo, di nome Andre, sarà sempre presente in aula.

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