Cala la scure sui finti invalidi: revocate oltre 2500 pensioni

Antonio Signorini

da Roma

La lotta alle false pensioni di invalidità comincia a dare i suoi frutti, in termini di risparmio, per le casse dello Stato. La spesa cala, ma resta alta. A fare un bilancio dell’attività del ministero dell’Economia e, più in particolare, dell’Agenzia delle entrate, è la Corte dei conti. Ieri sono stati resi noti i capitoli del Rendiconto generale dello Stato relativi ai singoli ministeri e, nella parte dedicata a via XX Settembre, si dà conto che nel 2004 sono state fatte in tutto 72.853 verifiche sulle invalidità civili (quelle, cioè, interamente a carico della collettività) che hanno portato alla revoca di 2.537 trattamenti. Una percentuale tutto sommato contenuta, a differenza della quota dei beneficiari di assegni per i quali è stato accertato il superamento dei limiti di reddito per avere diritto all’invalidità negli anni 2001 e 2002: 53mila e 11. In generale, anche nel 2004 è stato registrato un rallentamento della dinamica della spesa, rimasta «sostanzialmente in linea con le previsioni». Comunque impressionante la somma riportata dai giudici contabili: 11 miliardi e 710mila euro.
La Corte dei conti sembra poi dare ragione al Dpef che prevede una stretta sull’evasione fiscale. I controlli mirati dell’Agenzia delle entrate - riporta il Rendiconto generale - vanno quasi sempre a buon fine, nel senso che individuano un evasore nel 97 per cento dei casi. La percentuale di evasori individuati nelle verifiche è aumentata passando in un anno dall’85 all’88 per cento. La previsione di 505.090 controlli è stata inoltre superata raggiungendo quota 770.000. Per le categorie considerate ad «elevato rischio di evasione» il numero delle «visite» è raddoppiato. Di certo fa pensare il risultato raggiunto con i controlli preparati a tavolino con un’attività di «intelligence» che consente di prendere attentamente la mira, stanando un evasore quasi nel 100 per cento dei casi.
Il dato della Corte è stato diffuso proprio mentre è scattata l’offensiva contro gli affitti in nero prevista dall’ultima finanziaria. Una serie di iniziative a carattere regionale che ha consentito di recuperare, ad esempio in Toscana, 10 milioni di euro sottratti all’erario. Mentre in Sardegna sono stati individuati 600 privati che, pur avendo affittato i propri immobili, non hanno dichiarato nulla al fisco. Ora nel mirino ci sono altre cinque regioni: Veneto, Friuli, Puglia, Basilicata, Piemonte.
La lotta all’economia sommersa sembra poi avere centrato in pieno l’obiettivo, almeno per quanto riguarda le imprese. Secondo uno studio del Censis le imprese che nascondevano totalmente la loro attività al fisco sono scese passando dal 22,3 per cento del 2002 al 9,7 per cento del 2005.

Al nord le aziende che lavorano tuttora in nero sono il 5 per cento mentre al sud la loro percentuale è molto più alta anche se è dimezzata: dal 34 per cento al 17 per cento. Molto peggio la lotta al lavoro nero. Le posizioni lavorative irregolari nel 2003 sono aumentate, arrivando al 14,2 per cento del totale rispetto al 12,9 per cento del 2002.

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