In 5 minuti il Giappone ribalta la Spagna 2-1. Ma le Furie Rosse si qualificano lo stesso

Il Giappone sorprende una Spagna troppo sicura di sé stessa e piazza un uno-due micidiale che stende al tappeto la Roja. I gol di Doan e Tanaka vogliono dire primo posto e ottavo contro la Croazia. Alla Spagna il Marocco

Doan festeggia con la panchina l'1-1 con la Spagna
Doan festeggia con la panchina l'1-1 con la Spagna

Un girone che sembrava già scritto si è rivelato il più sorprendente di questo mondiale invernale. Ancora una volta il “piccolo” Giappone piazza un uno-due micidiale che, nel giro di tre minuti, ribalta l’ennesima grande europea. Dopo aver dominato in lungo e in largo per un tempo, la Spagna di Luis Enrique si fa rimontare dai Samurai Blue che, proprio come contro la Germania, sanno esaltarsi come poche altre squadre. Una prestazione a volte commovente di una squadra che non sarà perfetta dal punto di vista tecnico ma che in quanto a cuore e coraggio meriterebbe davvero la Coppa del Mondo. L’undici di Luis Enrique prova a raddrizzare la partita ma non è decisamente serata. Il Giappone si dimostra capace di soffrire come pochi e colpire quando meno te l’aspetti. La Spagna si sveglia tardi ma nemmeno i sette minuti di recupero servono a trovare il pari. Passaggio agli ottavi tra gli applausi per l’undici di Moriyasu, tra l’entusiasmo degli scatenati fan. Sconfitta tutto sommato indolore per la Roja. A piangere, invece, la Germania, ancora eliminata ai gironi.

La partita

Sebbene non abbia ancora matematicamente raggiunta la qualificazione agli ottavi, Luis Enrique è sicuramente meno sotto pressione rispetto al tecnico giapponese. L’atteggiamento più rilassato si nota dai diversi cambiamenti rispetto all’undici che aveva fatto così bene contro Costa-Rica e Germania. Azpilicueta prende il posto di Carvajal, con Rodri che torna al centro della difesa, dove peraltro se l’era cavata benissimo. I cambi più evidenti in avanti dove il tecnico asturiano si affida alla coppia-fantasia Dani Olmo e Morata, che parte per la prima volta da titolare.

Dopo il disastro contro i Ticos, Moriyasu è invece costretto a rivoluzionare tutto e schierare un inedito 3-4-3. Viste le pesanti assenze di Sakai e dell’indispensabile Endo al centrocampo, in campo una formazione che non gioca spesso assieme. Cambi anche dalla cintola in su: Asano ancora al posto di Ueda e torna in campo da titolare il folletto ex Real Madrid Kubo, che sostituisce l’eroe di Giappone-Germania Doan, apparso piuttosto stanco. A tormentare i tifosi dei Samurai Blue una domanda sola: quale Giappone vedremo in campo? Quello arrembante del finale contro la Mannschaft o quello sprecone ed impreciso visto col Costa Rica?

Dominio in campo ma solo 1-0

Al pronti via atteggiamento sornione delle Furie Rosse, intenzionate a tenere basso il ritmo. Il Giappone non inizia male e riesce anche a rendersi pericoloso all’ottavo minuto: Busquets perde un pallone a centrocampo, Kubo alimenta Ito che, però, da posizione troppo defilata non trova la porta. È però la Spagna ad essere più pericolosa: dopo aver graziato una volta Gonda, l’ex bianconero Alvaro Morata non sbaglia ancora, incornando in maniera perentoria un cross invitante di Azpilicueta. Vantaggio meritato della Spagna, con un Giappone troppo rinunciatario e passivo. Ci vuole quasi mezz’ora prima di rivedere i Samurai Blue dalle parti di Unai Simòn, ma sempre senza impensierire troppo il portiere dell’Athletic Bilbao. Finale piuttosto nervoso, con tre cartellini gialli sventolati in faccia ai nipponici, innervositi dall’irridente rete di passaggi iberica. Un solo minuto di recupero, stranezza di questi tempi per un primo tempo dominato in lungo e in largo dalla Spagna, che però non ha saputo convertire la supremazia in occasioni degne di questo nome. Parecchio su cui riflettere per Moriyasu nell’intervallo: per approdare agli ottavi, il Giappone dovrà cambiare marcia.

Morata gol Giappone Spagna
Alvaro Morata segna di testa l'1-0 in Spagna-Giappone

In 5 minuti il Giappone la ribalta

Si rientra in campo con la staffetta Carvajal-Azpilicueta per Luis Enrique e il ritorno in squadra di Mitoma e Doan al posto dell’ex Inter Nagatomo e di Kubo. A cambiare, però, sembra l’atteggiamento dei giapponesi, che provano a togliere l’iniziativa alla Spagna. Proprio quando la Roja prova a trovare una contromisura, la mossa di Moriyasu paga: rinvio non impeccabile di Unai Simòn, il pressing giapponese riconquista la palla che arriva dalle parti di Doan. L’avanti del Friburgo non si fa ripetere due volte l’invito: gran botta che piega le dita del guardiameta iberico.

Doan gol Giappone Spagna
Mitsu Doan segna il gol dell'1-1 in Giappone-Spagna

Pari del Giappone che però non si accontenta. La Spagna è sotto shock, Mitoma recupera un pallone sulla linea e la mette indietro, dove è pronto Tanaka ad insaccare a porta vuota. La palla sembra fuori ma dopo un lungo controllo il VAR autorizza l’arbitro sudafricano a convalidare. Questione di millimetri ma è un premio giusto per l’atteggiamento incredibile del Giappone al rientro dagli spogliatoi.

Giappone-Spagna

Luis Enrique corre ai ripari rimettendo in campo Ferran Torres ed Asensio al posto di Morata e Williams ma il Giappone è in trance agonistica, scagliandosi su ogni pallone. Moriyasu chiama fuori Maeda per Asano, ma il Giappone torna a chiudersi ed attendere la Roja per colpire in contropiede. Spagna ci mette del tempo per tornare a macinare gioco, come se intimorita dalle micidiali ripartenze asiatiche. Alla fine il tiki taka spagnolo è troppo lento ed è il Giappone ad approfittarne con qualche folata pericolosa. I gol di Costa Rica e Germania dovrebbero scuotere la Spagna ma la sicurezza del primo tempo è svanita. Anche l’ingresso di Ansu Fati non cambia molto il copione della partita. Spagna abulica, incapace di superare un Giappone che si è chiuso a riccio. Nel finale Dani Olmo e Ferran Torres trovano una penetrazione finalmente buona ma Gonda para senza troppi problemi. Neanche il recupero extra-large riesce a rianimare una Roja quasi rassegnata. Vince il Giappone, giusto così.

Giappone festeggia

Il tabellino

GIAPPONE (3-4-3): Gonda; Taniguchi, Yoshida, Itakura; Nagatomo (46' Mitoma), Kamada (69' Tomiyasu), Tanaka (87' Endo), Morita; Kubo (46' Doan), Ito, Maeda (62' Asano). A disposizione: Kawashima, Schmidt, Yamane, Sakai, Ueda, Soma, Shibasaki, Endo, Minamino, Ito, Machino. Ct: Hajime Moriyasu

SPAGNA (4-3-3): Simòn; Azpilicueta (47' Carvajal), Rodri, Torres, Balde (68' Jordi Alba); Busquets, Gonzalez Lopez, Gavira (69' Fati); Williams (58' Torres), Morata (57' Asensio), Olmo. A disposizione: Guillamon Sanmartin, Sanchez, Koke, Pino, Llorente, Sarabia, Raya, Laporte, Garcia, Soler. Ct: Luis Enrique

Marcatori: 11' Morata (S), 49' Doan (G), 54' Tanaka (G)

Ammoniti: 40' Itakura (G); 45+1' Yoshida (G); 45' Taniguchi (G)

Arbitro: Victor Gomes (Sudafrica)

Un post-partita infuocato

Come se in campo non fosse già successo abbastanza, il post-gara tra Giappone e Spagna è stato altrettanto teso. Mentre sui social i tanti detrattori di Luis Enrique si scatenavano contro di lui, il tecnico asturiano si è trattenuto a lungo nello spogliatoio della Spagna. Se il suo nervosismo era già evidente in campo, sembra che a porte chiuse si sia scatenato contro l'atteggiamento rinunciatario dei suoi uomini in campo. Allo stesso tempo, mentre qualcuno, non solo in Germania, insinua che, in fondo evitare la Croazia non sia spiaciuto alla Roja, le polemiche sulla posizione del pallone sul raddoppio del Giappone continueranno ancora a lungo.

Magari il VAR ha accesso a telecamere esclusive ma da quel che si è visto in televisione il pallone sembrava fuori. Un finale avvelenato di un girone sul cui risultato nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo.

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