L’album è sempre più vuoto. Se ne è andato via anche Denis Law, uno dei grandi di Scozia, ottantaquattro anni di storia del football britannico e una pagina delle nostre cronache ai tempi del Torino. Aveva perso la memoria, i suoi occhi non avevano più la luce furbastra con la quale sapeva scherzare qualunque avversario, il silenzio lo circondava, dopo il fragore della folla negli stadi. Lo chiamavano The King of Stretford End, chiaro come la paglia nei capelli, rubizzo nelle gote, giocò per i due Manchester prima il City e poi la leggenda con lo United, con la maglia rossa dei diavoli segnò 237 gol in 404 partite.
Era nato ad Aberdeen, suo padre George portava a casa poche sterline come pescatore, la madre Robina recuperava gli ultimi soldi come cameriera, a quindici anni Denis era gracile ma svelto di gamba e di cervello, venne adocchiato da Archie Beattie che lo portò all’Huddersfield, poi lo presero al City per 55 mila sterline ed era già una cifra pesante che venne raddoppiata l’anno successivo dal Torino, su un’idea di Gigi Peronace, astuto calabrese emigrato a Londra e buon affarista; con i granata fece coppia con Joe Baker, i due scorrazzavano per la città, la spider, una notte, sbandò e andò a sbattere contro un lampione nel lungo Po prima di piazza Vittorio, non era ancora il tempo dell’alcol test ma la coppia made in UK aveva voglia di cantare e ballare.
Era il 1962 quando si presentarono i signori dello United, il Torino in crisi finanziaria, dopo il mortificante ma necessario abbinamento con il Talmone, cioccolato della Venchi Unica, lo cedette per 115 mila sterline. Momenti di gloria, il Pallone d’oro nel ‘64, unico della storia scozzese, un posto nella squadra Resto del Mondo a Wembley contro l’Inghilterra.
La nazionale scozzese fu la sua consacrazione, 55 presenze, esordio a 18 anni, 30 gol realizzati, onorificenze a Buckingham Palace, comandante dell’ordine dell’impero britannico, premi, la statua, abbracciato a George Best e Bobby Charlton, la trinità all’Old Trafford e così ad Aberdeen, oggi non resta che la memoria calda di un calciatore sorridente, libero, fresco, forte, furbo, attaccante e rifinitore, un’altra figurina svanita nel mio personale e sempre più malinconico album.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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