Qatar 2022 è da tempo al centro di diverse polemiche tanto da poter essere già considerato uno dei Mondiali più controversi della storia del calcio. Tra ombre più o meno velate di corruzione, di mancanza di rispetto per i diritti umani e civili, le forti resistenze di stampa e opinione pubblica emerse in gran parte solo nell'ultimo periodo. Vediamo nel dettaglio quali sono le principali polemiche che hanno contrassegnato la marcia di avvicinamento ai Mondiali.
Le ombre della corruzione
Uno degli aspetti più controversi ha riguardato il processo di assegnazione da parte del Comitato Esecutivo Fifa. Il voto favorevole al Qatar da parte dei 24 membri del Comitato arrivò nel lontano 2010. L'assegnazione, secondo quanto ipotizzato dalle indagini, si inserirebbe in un quadro di importanza non solo sportiva, ma anche geopolitica. Dietro a tale processo infatti, ci sarebbero Tamim bin Hamad Al Thani, attuale emiro del Qatar col pallino del calcio; Michel Platini, ex presidente Uefa e collante di questa trattativa e infine il coordinatore tra le parti: l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy.
Proprio Sarkò, secondo la la Procura di Parigi, avrebbe invitato Platini per un pranzo informale all'Eliseo il 23 novembre 2010, una settimana prima del fatidico voto. A sorpresa però, Platini trova un ospite in più, seduto al suo stesso tavolo: l'emiro Al Thani. Ecco che il pranzo informale si trasforma dunque in una trattativa per regolare i rapporti tra due paesi. Un'inchiesta francese ha poi rivelato gli esiti di quell'incontro all'Eliseo: Sarkozy, tramite il potere di Platini, avrebbe "scambiato" il Mondiale 2022 al Qatar in cambio dell'acquisto, da parte di quest'ultimo, di armi francesi. E non è finita qui: il presunto accordo coinvolgerebbe anche il Paris Saint-Germain, passato neanche un anno dopo, dall'imprenditore Sebastien Bazin, caro amico di Sarkozy, al Fondo Sovrano del Qatar per 64 milioni, praticamente il doppio dei 32 milioni inizialmente pretesi da Bazin.
Pochi giorni dopo, una telefonata di Platini avrebbe spiazzato l'allora presidente Fifa, Sepp Blatter. Tra i due infatti, vigeva un tacito accordo sull'assegnazione del Mondiale agli Stati Uniti. Un repentino dietrofront di Platini però, avrebbe rovesciato la corsa tra paesi. Sei anni dopo, un'indagine interna alla Fifa non è riuscita a trovare prove concrete rispetto alla corruzione qatariota dei membri del Comitato Esecutivo. L'unica indagine che parla di pagamenti e favori ai membri del Comitato da parte del Qatar è quella aperta dalla Corte Federale di New York. In questo caso, furono coinvolti 17 dirigenti sportivi tra cui diversi membri dell'esecutivo Fifa, per un giro di tangenti da 100 milioni di dollari. 2085874
Le morti bianche sul lavoro
Secondo un'inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, sarebbero oltre 6.500 i lavoratori immigrati morti nei cantieri realizzati per ospitare i Mondiali in Qatar. Gli operai deceduti, arrivati soprattutto da India, Nepal e Bangladesh, ma anche da Pakistan, Sri Lanka, dalle Filippine e dal Kenya, hanno lavorato in condizioni disumane cercando di rispettare le scadenze della road map che ha visto la costruzione di un numero di strutture senza precedenti in un’area geografica che ne era completamente sprovvista. Oltre ai sette nuovi stadi e alla ristrutturazione di altri 4, ci sono anche strade, aeroporti, infrastrutture per i mezzi pubblici, hotel e di fatto la creazione di intere nuove città, completamente ridisegnate sui centri urbani pre-esistenti.
Un gigantesco cantiere edile nazionale che però è costata la vita a tantissimi lavoratori privi di diritti e spesso dimenticati dalla macchina burocratica spesso poco trasparente del Paese. Muratori sulle gru a 50 gradi, orari senza fine, mentre le case dove vengono alloggiati sono fatiscenti e sovrappopolate, con condizioni igieniche terribili. Le condizioni infernali di tantissimi lavoratori sono rimaste tali nel corso degli ultimi anni, senza che nessuno sia potuto (o abbia voluto) intervenire, né nell’ambito della Fifa, né in campo internazionale. Per assurdo le cifre però non sono riconosciute dal comitato organizzatore che ritiene invece che solo 37 morti siano riconducibili alla costruzione delle strutture del Mondiale. Di sicuro i conti non tornano.
Il calendario stravolto
Altre polemiche sono scoppiate a causa del calendario. Viste le alte temperature che solitamente vengono raggiunte in estate in Qatar, la Fifa alla fine ha deciso di far disputare il torneo tra novembre e dicembre per la prima volta nella storia. Il cambio di programma ha portato a un autentico stravolgimento del tradizionale calendario calcistico. Anche la Serie A, nonostante la mancata qualificazione della Nazionale italiana, osserverà una lunga sosta con il campionato che riprenderà soltanto a inizio 2023. In pratica dal mese di agosto le squadre, soprattutto quelle impegnate nelle coppe europee, sono state chiamate ad affrontare un autentico tour de force.
Partite ogni tre giorni che hanno portato un numero molto elevato di infortuni muscolari e non, pregiudicando la stagione di molti calciatori. Molti sono stati costretti a saltare i Mondiali mentre altrettanti voleranno in Qatar in precarie condizioni fisiche. Tutto da valutare poi il fattore delle temperature elevate, praticamente ad un valore doppio, rispetto alla solita dei mesi di novembre e dicembre. Senza considerare poi l'incognita della ripresa dei campionati. In quali condizioni si presenteranno i calciatori reduci dalla kermesse mondiale? Insomma ci troveremo di fronte una stagione, fortemente compromessa dalla sciagurata scelta di stravolgere il calendario.
I tifosi finti
Il sospetto è che siano stati pagati per nascondere il boicottaggio dei tifosi veri. In uno dei primi video che circola sui social, si vede un gruppo di uomini apparentemente di origine asiatica e africana che festeggiano per le strade di Doha con i colori della Spagna. L'apparente incongruenza tra l'etnia dei tifosi e quella della squadra è stata messa in risalto da molti untenti sul web. L'insinuazione riguarda la dubbia autenticità del tifo:"Sono i lavoratori dello stadio che si prestano alla richiesta di girare questi video per arrotondare", si legge nei commenti. Ma alle molteplici battute si mischiano sospetti reali, e non riguardano solo questo video specifico. "Guardate ai fan di Portogallo, Argentina e Germania. Notate come tutti loro hanno la stessa attrezzatura, le stesse bandiere e le stesse divise. Sono persone pagate", scrive un altro utente.
Un sito sportivo svedese ricorda come il Qatar abbia offerto a circa 1.600 persone un viaggio su invito ai mondiali, in cambio della richiesta di "cantare all’inaugurazione e diffondere positività sui social". Anche nel 2019, durante i Campionati mondiali di atletica leggera a Doha, era scoppiato un caso analogo. In quell'occasione, gli organizzatori avrebbero ordinato a un gruppo di circa 50 persone di sedersi il più vicino possibile allo studio della BBC. Tutto per far sembrare che la gara si svolgesse davanti a tribune gremite. Cinque anni prima, nel 2014, il Qatar venne accusato di assumere lavoratori migranti per fingere di essere appassionati di sport. Autisti di autobus e taxi provenienti da Ghana, Kenya e Nepal dichiararono di aver assistito al Qatar Open di beach volley per soldi. Anche in quel caso, l'obbiettivo sarebbe stato simulare arene piene, in realtà semivuote.
La violazione dei diritti LGBT+
Altro tema discusso è che in Qatar, continuano a registrarsi violazioni dei diritti umani, in particolare, secondo Amnesty International, le donne e le persone LGBTQ+ "continuano a subire discriminazioni nella legge e nella pratica". L’omosessualità in questo stato del Golfo Persico è considerata un reato ma gli organizzatori della Coppa del Mondo hanno voluto tranquillizzare tutte le coppie omosessuali, dicendo che non saranno perseguite o troveranno problemi in caso di soggiorno in Qatar. Nonostante le buone intenzioni, molte sono state le perplessità dopo le parole alla CNN di Al Khater, direttore esecutivo del comitato organizzatore che aveva sconsigliato baci e manifestazioni d'affetto tra le persone dello stesso sesso, essendo quella qatariota una società conservatrice. Senza dimenticare le dichiarazioni di Khalid Salman, ambasciatore del Qatar per la Coppa del Mondo 2022, che in un'intervista tramsessa dalla tv pubblica tedesca ZDF ha definito l'omosessualità "un danno psichico".
Tuttavia anche la Fifa aveva precisato nelle scorse settimane che le bandiere arcobaleno, il simbolo della comunità LGBT+, sarebbero state autorizzate nelle vicinanze degli stadi. Gli stessi capitani di diverse squadre europee, comprese quelle di Nazionali top come, Inghilterra, Francia e Germania, indosseranno fasce color arcobaleno con il messaggio "One Love" nell'ambito di una campagna contro la discriminazione di genere. Nelle ultime ore però il portiere e capitano della Francia, Hugo Lloris è intervenuto sull'eventualità di indossare al braccio una fascia a supporto della comunità LGBTQ+. Ebbene il numero uno del Tottenham ha precisato che non farà uso di tale fascia per rispetto della cultura del paese ospitante. Per quanto riguarda la posizione della squadra francese sui diritti umani in Qatar, Lloris ha sviato:"Qualcosa si farà". Atteggiamento sembrato una marcia indietro.
Negli ultimi giorni inoltre sono esplose le proteste anche degli artisti internazionali. A partire da Dua Lipa, la cui partecipazione all'inaugurazione dei Mondiali, era praticamente data per certa nei giorni scorsi. La pop star si è però chiamata fuori con una story su Instagram: "Non vedo l’ora di visitare il Qatar quando avrà rispettato tutti gli impegni in materia di diritti umani che aveva preso quando ha vinto il diritto di ospitare la Coppa del Mondo". Dello stesso avviso anche Rod Stewart, il quale avrebbe rifiutato 1 milione di dollari per partecipare alla cerimonia di apertura.
"Quindici mesi mesi fa – ha detto l’artista al Sunday Times –mi hanno offerto davvero un mucchio di denaro, oltre 1 milione di dollari, per esibirmi lì. Ma ho rifiutato. Non è giusto andare". Insomma, la sensazione è che anche a Mondiale in corso, non mancheranno le polemiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.