C'è un pezzo d'Irlanda che stravince nel Regno Unito: Celtic Glasgow di nuovo campione

Il Celtic Glasgow ha vinto il 53° titolo di Scozia, l’undicesimo in 12 anni, con quattro partite di anticipo sulla fine del campionato. Euforia biancoverde

C'è un pezzo d'Irlanda che stravince nel Regno Unito: Celtic Glasgow di nuovo campione
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Celtic, re di Scozia, campioni egemoni: conquistano il titolo per l'undicesima volta in dodici anni. Trafiggendo i cuori di Edimburgo, gli Hearts di Midlothian, con quattro partite d'anticipo prima della fine del campionato, sono diventati irraggiungibili per i secondi in classifica, i Rangers. “Champions...again”, campioni di nuovo, e a sventolare in Paradiso (Paradise è come i biancoverdi chiamano lo stadio della loro squadra, il Celtic Park) è il tricolore irlandese.

C'è un pezzo d'Irlanda che tira calci nel cuore del Regno, tra le linee bianche tracciate sulla terra scozzese di Glasgow. Fondata nel 1888 dai migranti irlandesi arrivati nell'East End della città per fuggire da fame e carestia in patria, la squadra dei Celtic è nata per donare profitti e proventi delle partite ai più bisognosi, prima ancora che l'Irlanda ottenesse l'indipendenza nel 1921. Se fuori dallo stadio erano tra gli ultimi ogni giorno, gli irlandesi - cattolici e repubblicani - riscatto e riscossa, a pieni polmoni, lo cercavano il fine settimana allo stadio: contro i protestanti.

Da allora la storia è cambiata, ma è rimasta anche un po' uguale, fedele a quell'origine che l'ha partorita col quadrifoglio sul cuore: simbolo stampato ancora oggi, accanto allo sponsor Adidas, sulla maglia dei giocatori. Tamburi e striscioni dei 60mila al Paradise - in curva nord dominano gli ultras della Green Brigade, la brigata verde – da sempre servono non solo per il tifo agli undici, ma per rivendicazioni sociali: tra gli spalti sventola il volto di Bobby Sands, martire della lotta per l'indipendenza irlandese, le bandiere della Palestina se si gioca contro una squadra israeliana, striscioni che dicono “Refugees welcomed”, campagna “rifugiati benvenuti”, sostenuta in contrasto alle scelte del governo di Londra.

Qualche ora prima della loro vittoria, ha fatto il giro del mondo un'altra notizia. I tifosi verdi il disprezzo per la Corona britannica l'hanno cantato prima e dopo le celebrazioni per l'ultimo re di Londra, Carlo III: "L'incoronazione puoi mettertela su per il c...", diceva l'ingiurioso “giuramento di fedeltà” del coro verde, che ha risuonato durante tutta la partita disputata tre giorni fa. XXX

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Dall'altro lato della metà campo, all'Hampden Park, i Celtic si stavano confrontando con i loro nemici opposti e complementari: i Rangers, la squadra dei protestanti di Glasgow, nemesi storica della comunità dei cattolici. Old Firm, “vecchia azienda”, è il nome che è stato dato all'antica battaglia della città, il derby, a lungo rimasto una riduzione in scala minore della lotta tra due mondi di quella guerra civile che si è consumata nella poi non molto distante Irlanda del Nord.

Con bandiere e sciarpe della squadra, la vittoria dei Celtic l'hanno festeggiata anche lì,

a Belfast ovest, lungo i Falls, la strada del quartiere cattolico dove si sono combattuti i Troubles, e dove ieri non hanno omaggiato il nuovo re Windsor, ma, solamente i nuovi re di Scozia. Again.

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