C'è vaffa e vaffa

In inglese una cosa è Fuck You, traiettoria diversa, un’altra Fuck Off, in senso generale. Anche dalle nostre rive la differenza è sensibile

C'è vaffa e vaffa
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Ci sono vari Vaffa. Per esempio Jude Bellingham è stato espulso durante la partita della Liga tra l’Osasuna e il Real Madrid per avere urlato due volte un “fuck off” che ha provocato la reazione dell’arbitro Munuera e conseguente cartellino rosso per l’inglese. Carlo Ancelotti, in conferenza stampa, ha fatto da interprete, per esperienza di football britannico, una cosa è Fuck You, traiettoria diversa, un’altra Fuck Off, in senso generale. Anche dalle nostre rive la differenza è sensibile, ci può esclamare “ma vaffan” accompagnato da una risata o meno divertito quando perdi il treno, il tram, l’aereo, invece quando vogliamo essere espliciti “devi andare affan..” che non abbisogna di giustificazioni, interpreti, alibi e spiegazioni. Ci furono tre consecutivi vaffa di Totti quelli sì rivolti all’arbitro, trattavasi di Rizzoli senza che lo stesso provvedesse alla punizione del capitano della Roma. Cristiano Ronaldo, nel 2018, aveva messo sull’avviso la stampa spagnola ricordando come, in Premier e nel calcio inglese, quell’espressione rientri nel linguaggio comune, non un insulto ma un’imprecazione rabbiosa, di sfogo, per nulla aggressiva.

Poi c’è stato e resiste, resiste, resiste, su tutto e prima di tutto il Vaffa di Beppe Grillo e della sua orchestra, contro il potere, il governo, lo stato democratico, l’avversario da aprire come una scatola di tonno. Infine, ci sono casi nei quali ci si può mandare aaffan. Per esempio alla fine di questa lettura.

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