Dopo il caos allo stadio, Lautaro regala all’Argentina la sedicesima Copa America

Dopo gli scontri allo stadio ed il ritardo di più di un'ora, per decidere la vincente tra Argentina e Colombia ci vuole la zampata al 112' del capitano dell'Inter, che consegna alla Selecciòn l'ennesima Copa America

Dopo il caos allo stadio, Lautaro regala all’Argentina la sedicesima Copa America

Nel corso di una sola serata, a Miami si è visto il meglio ed il peggio del calcio sudamericano. La finale iniziata con un’ora e un quarto di ritardo per i gravi scontri avvenuti all’ingresso dell’Hard Rock Stadium ha poi regalato tantissime emozioni, l’uscita per infortunio di Messi, le lacrime della Pulga in mondovisione ma anche tanti sorrisi agli spettatori presenti. Per vincere la seconda Copa America consecutiva l’Argentina ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, trascinata ai supplementari da una coriacea Colombia. Alla fine, però, è arrivata la zampata di Lautaro Martinez che condanna i Cafeteros all’ennesima sconfitta in finale, per la grandissima gioia dei tifosi argentini.

Caos allo stadio, feriti e arrestati

La finalissima di Copa America si complica maledettamente quando alcune centinaia di tifosi colombiani hanno deciso di forzare i tornelli per entrare all’Hard Rock Stadium di Miami senza biglietto. Per rimuoverli dallo stadio le procedure di ingresso si sono allungate all’infinito, causando code chilometriche ed una serie di incidenti che hanno costretto la Conmebol a ritardare il calcio di inizio di mezz’ora. Il problema è che più o meno metà dei 65mila tifosi che hanno comprato il biglietto non riescono ad entrare nello stadio; nel frattempo, all’esterno e all’interno, aumentano il numero di arresti e feriti negli scontri con le forze dell’ordine.

C’è chi se la prende con i prezzi assurdi imposti dagli organizzatori: chiedere più di mille dollari per un biglietto normale può andare bene per una partita di football americano, certo non per quella che, specialmente per la Colombia, potrebbe valere il primo titolo dal 2001. Altri, invece, se la sono presi con l’organizzazione, che avrebbe fatto di tutto per nascondere le mancanze sotto il proverbiale tappeto. Una cosa è certa: scene del genere non sono certo incoraggianti, considerato che tra soli due anni negli Stati Uniti si giocherà il prossimo campionato del mondo.

Tornelli aperti, nuovi ritardi

Alle 2.35 ora italiana, invece del previsto calcio d’inizio, le due squadre tornano in campo per un nuovo riscaldamento, il che vorrebbe dire che si è deciso di far ripartire le procedure per il calcio d’inizio, che slitterebbe ulteriormente per consentire alle forze dell’ordine di individuare chi sia entrato senza biglietto.

Alcuni organi di stampa, infatti, hanno comunicato che per evitare ulteriori ritardi e problemi di sicurezza, si è deciso di lasciare entrare più o meno tutti ma non ci sono ancora conferme ufficiali. Una scelta discutibile che potrebbe avere conseguenze imprevedibili nel corso della partita. Nel frattempo, il calcio d’inizio viene rimandato ancora: si dovrebbe partire alle 3.15.

Le scelte dei tecnici

Alla fine, la situazione nello stadio torna più o meno normale e il cerimoniale della finalissima può riprendere, tornando finalmente a parlare di calcio. Le formazioni presentate dai due tecnici sono estremamente simili a quanto visto nelle semifinali, specialmente per Lionel Scaloni, che presenta esattamente lo stesso undici che ha battuto il Canada. Parte ancora dalla panchina il Toro Martinez, con il classico tridente offensivo composto da Messi, Angel Di Maria e Julian Alvarez a provare a scardinare l’attenta difesa della Colombia.

Scaloni allenamento Argentina

Il tecnico argentino dei Cafeteros opera un solo cambiamento rispetto all’undici che ha battuto ai calci di rigore l’Uruguay di Bielsa. Al posto dello squalificato Muñoz, spazio a Santiago Arias per completare la linea a quattro composta da Cuesta, Sanchez e Mojica. Se il centrocampo avrà il suo bel da fare per contenere la Scaloneta, gli occhi di tutti sono puntati sul rinato James Rodriguez, che guiderà il tridente offensivo composto da Jhon Cordoba e Luis Diaz.

Colombia aggressiva ma imprecisa

Quando si inizia finalmente a giocare, dopo neanche 40 secondi Leo Messi mette un bel cross al centro sul quale Julian Alvarez avrebbe dovuto fare molto meglio. L’Argentina parte forte e costringe a difendersi la Colombia che fatica un po’ ad impostare le sue solite ripartenze. Poco alla volta, però, l’undici cafetero riesce a trovare varchi buoni ed impegnare il Dibu Martinez con un tiro da fuori di Diaz. Molto più pericoloso un minuto dopo Cordoba, che mette una mezza girata che colpisce il palo interno dopo esser stato imbeccato da una combinazione tra James Rodriguez e Jhon Arias.

Dopo una partenza incoraggiante, la Scaloneta fatica assai a costruire azioni interessanti, disturbata dal pressing a tutto campo dell’undici di Lorenzo. La Colombia è pericolosa sia in contropiede che sui calci piazzati ed il nervosismo in campo inizia a farsi sentire quando Mac Allister entra duro su James Rodriguez: il signor Claus lascia correre. L’Argentina, però, può sempre contare sui suoi campionissimi: su un’iniziativa di Di Maria sulla sinistra, Leo Messi trova una girata interessantissima ma anche il corpo di Julian Alvarez tra lui e la rete dell’1-0. Un segnale preoccupante per la Colombia: sottovalutare l’Argentina è una pessima idea. Al 32’ lampo di Lerma che appena riesce a vedere la porta non esita a tirare: la potenza c’è e anche la precisione, tanto da convincere Martinez a mettere in angolo. Partita molto equilibrata che si rianima solo al 36’ quando dopo un contatto con Santiago Arias è proprio il capitano dell’Albiceleste Leo Messi a rimanere a terra.

Lo spavento è tanto da convincere Scaloni a far scaldare Lautaro Martinez ma la Pulga riesce a tornare in campo. Per l’ultima emozione di questo primo tempo bisogna aspettare il 43’, quando una punizione di Messi arriva in piena area, dove Tagliafico stacca bene di testa ma non riesce a schiacciare la sfera, che sorvola di parecchio la traversa. Nonostante le lunghe pause, pochissimo recupero concesso e si torna negli spogliatoi per consentire agli inservienti di montare il palco per il primo halftime show della storia della Copa America, con la superstar colombiana Shakira come protagonista.

Messi infortunato

La notizia più importante per i tifosi della Scaloneta arriva ancora prima dell’inizio della ripresa: Leo Messi ce la fa e torna in campo anche per il secondo tempo. Il primo pericolo lo porta però ancora l’undici di Lorenzo: palla allungata da Cordoba sulla fascia che arriva sulla corsa di Jhon Arias che mette un destro rasoterra che sibila ad un niente dal palo della porta argentina. La difesa colombiana, però, ha un momento di follia e con una serie di errori fornisce un’occasione clamorosa ad Angel di Maria, che non riesce a convertirla nel gol del vantaggio solo per l’intervento disperato di Vargas.

Ritmo sicuramente più sostenuto in questa ripresa con l’ennesimo schema da calcio d’angolo della Colombia che mette Sanchez in ottima posizione: il difensore colpisce però male di testa, mandando la sfera sul fondo. Al 57’ Di Maria fa tutto da solo e riesce a tirare in porta cadendo verso il palo lontano: Vargas è attento e ci mette la manona. Sei minuti dopo, però, Messi ha un evidente problema muscolare ed è costretto a lasciare il campo: al suo posto entra il viola Nico Gonzales.

La Colombia rischia la disfatta

Pochi minuti dopo Montiel si accascia a terra e chiede la sostituzione: evidente anche per lui un problema fisico. Al suo posto entra Molina ma la Colombia non è più così incisiva come nel primo tempo. Partita molto frammentata, certo non spettacolare ma a questo punto ogni errore potrebbe essere fatale e nessuno se la sente di rischiare. L’Argentina troverebbe anche il sospirato gol del vantaggio al 74’ ma la spaccata di Nico Gonzales che gonfia la rete è viziata da un netto fuorigioco in impostazione.

Argentina Colombia 1
Fonte: Twitter (@Argentina)

Da questo punto in avanti, però, la Colombia sembra aver finito la benzina e si affida ad azioni molto più manovrate rispetto alle solite giocate verticali. L’occasione più clamorosa arriva all’87’ quando un cross lungo di Di Maria arriva dalle parti di Nico Gonzales: bella la sua girata di testa ma poco precisa. Nel recupero la Colombia rischia tantissimo ma alla fine l’undici di Scaloni non trova la zampata giusta: per decidere i campioni del Sudamerica serviranno i tempi supplementari.

La decide Lautaro Martinez

Per dare una scossa ad una Colombia apparsa in grave crisi nel recupero, Lorenzo decide di richiamare in panchina James Rodriguez e dare un’opportunità a Quintero. A giocare meglio è però sempre l’Argentina, che sfiora il vantaggio al 94’ con una girata al volo di Nico Gonzales dopo un’azione ariosa che viene parata a terra da Vargas. A questo punto Scaloni si gioca il tutto per tutto: fuori Fernandez per Lo Celso, Mac Allister per Paredes e la staffetta tra Julian Alvarez e Lautaro Martinez. Grazie anche a questi cambi il supplementare è più combattuto e spettacolare della ripresa, con le squadre allungate che aprono spazi invitanti per gli attaccanti. Nel finale del primo tempo supplementare, ottimo possesso palla colombiano ma ogni volta che Quintero o Diaz si presentano dalle parti di Martinez, la difesa trova il modo di chiudere la saracinesca.

Argentina Colombia Di Maria
Fonte: Twitter (@Argentina)

Per gli ultimi 15 minuti di questa Gran Final, Lorenzo opera gli ultimi tre cambi: Borja al posto di Lerma, Carrascal per Diaz ed Uribe per Jhon Arias. Un paio di minuti dopo su un assist invitante di Di Maria, Lautaro Martinez manca la spaccata per un niente ma è davvero ammirevole come queste due squadre stiano ancora dando l’anima in campo. Quando il Toro ha un’altra occasione non se la può proprio lasciare sfuggire: palla riconquistata da Paredes a centrocampo, tocco di prima di Lo Celso che libera la corsa del Toro che rimane gelido e batte l’uscita di Vargas per l’1-0.

Negli ultimi minuti c’è spazio per una mezza rissa nell’area argentina e per la standing ovation per Angel Di Maria, che pone fine nella maniera migliore alla sua carriera con la nazionale ma la Colombia continua a provare fino all’ultimo a trovare il gol del pareggio. Il finale è molto confuso, con gli attacchi disperati dei Cafeteros mentre i tifosi argentini incitano a gran voce i propri eroi. La Colombia esce a testa altissima dal campo ma la Copa America ancora una volta prende la via di Buenos Aires.

Il tabellino

ARGENTINA (4-3-3): Em Martínez; Montiel (71’ Molina), Romero, Li Martínez, Tagliafico; De Paul, Mac Allister (96’ Paredes), Fernández (96’ Lo Celso); Messi (65’ Gonzales), Álvarez (96’ La Martinez), Di María (116’ Otamendi). Ct: Lionel Scaloni

COLOMBIA (4-2-3-1): Vargas; S Arias, Cuesta, D Sánchez, Mojica; Ríos (89’ Castaño), Lerma (106’ Borja); J Arias (106’ Uribe), Rodríguez (91’ Quintero), Díaz (106’ Carrascal); Córdoba (89’ Borré). Ct: Néstor Lorenzo

Marcatori: 112’ La Martinez (A)

Ammoniti: 26’ Cordoba (C), 61’ Mac Allister (A), 114’ Borja (C), 117’ Lo Celso (A)

Espulsi: -

Arbitro: Raphael Claus (Brasile)

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