Caso Diarra, la Corte Europea dà torto alla Fifa. Ecco perché può rivoluzionare il calciomercato

La Corte dà ragione a Lassana Diarra e riconosce di fatto la possibilità a un calciatore di lasciare un club indipendentemente dalla durata del contratto

Caso Diarra, la Corte Europea dà torto alla Fifa. Ecco perché può rivoluzionare il calciomercato
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Storica sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea: dopo quasi dieci anni il tribunale comunitario dà ragione a Lassana Diarra e torto invece alla Fifa. In sostanza la Corte ha stabilito che alcune delle norme della Fifa in materia di trasferimenti internazionali di calciatori professionisti sono contrarie al diritto dell'Unione perché ostacolano la libertà di circolazione degli atleti e restringono la concorrenza tra i club.

La sentenza è stata originata dal caso dell'ex centrocampista di Chelsea e Real Madrid, in seguito al quale è stata contestata la norma su status e trasferimento dei calciatori che prevede che un giocatore che rescinde un contratto prima della sua scadenza senza giusta causa sia tenuto a pagare un risarcimento al club e, se il giocatore si unisce a un nuovo club, quest'ultimo debba essere responsabile in solido per il pagamento del risarcimento.

Di fatto potremmo essere di fronte a una sentenza Bosman bis, anche se è ancora troppo presto per prevederne gli effetti. Una liberalizzazione che potrebbe aprire nuovi orizzonti nel calciomercato in ogni lega. Ma riavvolgiamo il nastro. Nel 2014, Diarra lasciò il Lokomotiv Mosca solo un anno dopo la firma del contratto quadriennale : la società si appellò alla camera di risoluzione delle controversie della Fifa argomentando che il calciatore aveva violato le regole al momento della rescissione andandosene senza giusta causa in seguito a una riduzione dello stipendio. Diarra aveva avuto un'offerta dal club belga Charleroi, ritirata in seguito al rifiuto della Fifa di firmare il certificato di trasferimento. Cosa che impediva al centrocampista di tesserarsi alla federazione belga. Nel 2015 la Fifa decise che Diarra doveva pagare 10 milioni di euro di danni al Lokomotiv e di qui la causa intentata dal giocatore contro la Federazione e la sua controparte belga.

Il giudice belga ha posto alla Corte Ue una questione pregiudiziale chiedendo se le regole Fifa siano conformi agli articoli 45 (libertà di circolazione dei lavoratori) e 101 (divieto di cartelli) del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (Tfue). Si tratta degli stessi articoli rilevanti per il caso Superlega. Dopo quasi 10 anni, i giudici europei gli hanno dato ragione a Diarra, sostenendo indirettamente così che ogni calciatore può lasciare un club indipendentemente dalla durata del contratto che vincola le due parti. Il principio giuridico adottato dalla Corte di Giustizia Ue si basa sul fatto che le norme Fifa regolanti il calciomercato sarebbero incompatibili con la libera circolazione delle persone e col diritto comunitario.

La decisione è stata pronunciata nella mattina di venerdì 4 ottobre 2024 in Lussemburgo:"Le norme Fifa in questione rischiano di ostacolare la libera circolazione dei calciatori professionisti che desiderano sviluppare la propria attività andando a lavorare in un nuovo club".

Peraltro, la Corte ha valutato i freni finanziari e legali finora messi in atto dalla Fifa come contrari alla libera concorrenza, nonché sproporzionati rispetto all'obiettivo da perseguire. Ma ha ritenuto che le autorità debbano comunque trovare nuovi mezzi legali per garantire una certa stabilità ai club nel momento in cui questi ultimi tesserano dei giocatori.

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