Cdk e i talenti scartati diventati fenomeni

Da Platini a Zidane fino a Kang-In: le storie di giovani scaricati troppo in fretta. Il Milan rischia con il belga

Cdk e i talenti scartati diventati fenomeni
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E se il Milan stesse prendendo un abbaglio con De Ketelaere (foto)? Non a comprarlo, ma nel cederlo all`Atalanta? La scarsa lungimiranza non è una novità nel calcio. «Avait des dizaines de Zidane en Marseille». Era l`estate del 1983 quando Claude Cuny, direttore sportivo dell`Olimpique di Marsiglia, pronunciò la frase di cui si sarebbe pentito per il resto dei suoi giorni. Zizou aveva 11 anni, e per Cuny stava nel mazzo, come altre decine di giovani calciatori. Il resto della storia è nota a tutti: Zidane venne tesserato dal Cannes, per passare al Bordeaux, esplodere nella Juve e consacrarsi a Madrid. Bernad Tapie, padre padrone per 8 anni dell`Olympique, tentò in ogni modo di correggere l`errore di Cuny, ma le strade tra il fantasista e l`Om non si incrociarono più.

Storie di miopia applicata al pallone, di giudizi frettolosi, di analisi superficiali che sfociano in errori da mordersi le mani. Il caso più recente è quello del coreano Kang-in Lee. Approdato in Spagna quando aveva 10 anni, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Valencia, fino ad esordire nella Liga. Il club levantino, dopo un paio di partite in ombra, ha deciso di scaricarlo, non rinnovandogli il contratto in scadenza nell`estate di due anni fa. Da svincolato Kang-in ha firmato per il Mallorca, dirigendo l`orchestra della squadra delle Baleari con giocate, da autentico campione. Il suo nome è finito sul taccuino di Luis Campos, ds del Psg che nei giorni scorsi l`ha ingaggiato pagando per il cartellino 30 milioni di euro. Ironia della sorte, il Valencia l`aveva liquidato per far spazio al brasiliano Marcos Andrè, un paracarro che in 46 match ha realizzato 2 gol.

Passeggiando avanti e indietro nel tempo, la storia si ripete. Viene da pensare a Franco Baresi, scartato dall`Inter, che tesserò invece il fratello Giuseppe, perché considerato gracile e poco adatto al calcio dei professionisti. La stessa etichetta che per anni si è portato appresso il francese Griezmann, bocciato da Metz, Lione e dal Montpellier. Mentre stava decidendo di chiudere col calcio, arrivò nel 2009 la provvidenziale chiamata della Real Sociedad, per dare inizio a una carriera folgorante. Il Metz aveva già preso un abbaglio nel lontano 1972, quando disse al 17enne Michel Platini di praticare un altro sport, per la gioia di Nancy, Saint Etienne e della Juventus.

Rimanendo a Torino, nel 2017 sbarcò il 17enne Erling Haaland, di proprietà del Molde. Il club norvegese avrebbe aperto una trattativa per 2,5 milioni di euro, ma la proprietà juventina ritenne fuori dai parametri del club un investimento di quell`importo per un ragazzo del vivaio. Nel calcio non sembra quindi esserci posto per quelli col fisico minuto, ma anche chi ha chili da vendere non se la passa sempre bene. Ne sa qualcosa anche Harry Kane, pezzo da novanta del mercato. Giocava nell`Arsenal quando il suo allenatore decise di mandarlo in tribuna perché «troppo grasso per fare il calciatore». Il bomber della nazionale inglese attraversò la sponda del Tamigi, firmando col Watford, anticamera dei fasti con la casacca del Tottenham.

Per non parlare di Andrea Pirlo, già affermato playmaker negli anni della cura Mazzone a Brescia. L`Inter nell`estate del 2001 decise di scambiarlo con Drazen Brncic, croato in forza al Milan. Il "Maestro" ha illuminato per 10 anni il gioco dei rossoneri e per altri 4 della Juve. Di Brncic si sono perse le tracce in squadre ai margini dell`impero. E di Ruud Gullit cosa possiamo dire? Ai tempi della militanza nell`Haarlem fu invitato dall`Arsenal per un provino. Era il 1982, gli scout dei Gunners lo ritennero troppo muscoloso per giocare a pallone, meglio una carriera da culturista. L`osservatore del Chelsea Serge Daniel Boga rivelò, provando un pizzico di vergogna, i motivi per cui un giovane Kylian Mbappé non fu ingaggiato dai blues nel 2012 dopo un provino in cui aveva comunque impressionato: «Non sapeva sacrificarsi nella fase difensiva. Non faceva per noi».

Frase da pelle d`oca, come quella pronunciata da Carlos Nunes, nel 1992 responsabile tecnico del Flamengo, dopo aver scartato Ronaldo. «Non si presenta agli allenamenti. Non è un atleta serio». Peccato che "il Fenomeno" non avesse i soldi per pagarsi il biglietto del bus. Aveva segnalato la sua indigenza al club, ma non ci fu nulla da fare. Quelli del Cruzeiro furono decisamente meno spilorci.

La chiusura va dedicata a Heinrich Hammerlein, nel 1964 ds del Nordlingen, squadra semiprofessionistica tedesca nella quale militava un imberbe Gerd Muller.

Hammerlein disse testualmente: «Ha le movenze di un maiale, non diventerà mai un calciatore». Il tecnico croato Zlatko Cajkovski lo portò al Bayern, senza scucire un solo marco. Quel "maiale" è ancora oggi ricordato come il più grande centravanti della storia del calcio degli ultimi cinquant`anni.

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