Euro 2024, gli osservati speciali: i talenti da tenere d'occhio

Alcuni sono già esplosi, altri stanno per farlo. Da Jude Bellingham a Benjamin Sesko, passando per il cannoniere della Liga, Dovbyk: chi può fare la differenza in Germania

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Gli Europei di calcio che incombono metteranno al solito in vetrina una quantità di talenti. Fare una selezione è sempre missione intricata, ma sooffermandosi su campioni già affermati e potenziali crack, una prima scrematura è ipotizzabile. Ecco, allora, alcuni nomi da tenere sotto stretta osservazione nelle prossime settimane in Germania.

SESKO
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BENJAMIN SESKO

Partiamo da 21enne sloveno che entrerà in azione nel Gruppo C. Su di lui c'è già l'attenzione di tutti i top club europei, con quelli di Premier - Arsenal in particolare - in vantaggio. La sua quotazione è già elevata: 50 milioni di euro per il centravanti del Lipsia, autore di 18 gol in stagione. Sesko attira perché sa essere un ariete, con il suo metro e novantacinque, ma è anche estremamente tecnico. Le difese di Inghilterra, Danimarca e Serbia sono avvertite.

FLORIAN WIRTZ

Il 21enne di Pulheim è forse l'astro più atteso di questo torneo, anche perché gioca in casa. Dopo una stagione assolutamente strepitosa con il Leverkusen, dove il suo talento è esploso sotto la guida illuminata di Xabi Alonso, la sua valutazione di mercato è schizzata a 130 milioni di euro. Normale per uno che sa inventare e dirimere sia da trequartista che da esterno. Vedremo se accuserà la pressione: per il momento ha il vento in poppa.

XAVI SIMONS

Che sia arrivato anche per lui il momento della definitiva consacrazione? Ha 21 anni (pure lui) e al Lipsia, quest'anno, è stato luccicante: 8 gol e 13 assist. Chi lo volesse, oggi, dovrebbe frugarsi e trovare almeno 80 milioni. Alle sue deflagrazioni creative si affiderà l'Olanda, nel gruppo D. Simons è il profilo in grado di squarciare le partite, disegnando corridoi dove altri vedono strade sbarrate. Fino a qui gli è mancata un po' di continuità, ma è giovanissimo. Gli Europei potrebbero essere la sua ribalta.

LAMINE YAMAL
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LAMINE YAMAL

Giocare in nazionale a 16 anni. Giocare nel Barcellona a 16 anni. Avere già una valutazione da 90 milioni, 5 gol e 8 assist nell'ultima stagione. Lamine Yamal è un prescelto, un predestinato che non ha ancora sfoderato tutta la sua luce, complice l'età ancora tenera. Quando lo farà, diverrà incontenibile. Per il momento gli avversari farebbero comunque bene a dotarsi di vagonate di analgesici.

ARTEM DOVBYK

Classe '97, l'ucraino è il capocannoniere della Liga e quest'anno ha segnato 24 gol tra tutte le competizioni. Ok, non è più un virgulto, ma ce lo mettiamo lo stesso, perché è esploso quest'anno. Una consacrazione che ne ha fatto l'oggetto dei desideri di mezza Europa, anche perché, più ancora di Sesko grazie al fisico imponente, sa far salire la squadra, viene dentro il campo a smistare, è letale in area. L'Ucraina si aggrappa soprattutto a lui per avanzare in Germania.

BELLINGHAM
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JUDE BELLINGHAM

Ormai è già un superclassico. Autore di una stagione fenomenale al Madrid, condita dai successi in Liga e Champions, adesso è atteso alla prova più gravosa, quella del giudizio dei suoi connazionali. Non c'è dubbio che la stella più attesa dagli inglesi sia proprio lui, ma il trequartista di Stourbridge - 19 gol e 6 assist in stagione - è munito della forza fisica e mentale per fare tutta la differenza del caso.

KYLIAN MBAPPE

Un altro che è sempre atteso come fattore dirimente: la Francia non sta aggrappata a Mbappè, perché ha una rosa molto forte praticamente in ogni reparto. Ma sa che nel suo attaccante principe, appena arrivato al Real Madrid dopo un lungo, reciproco, inseguimento, può contare per aprire quelle partite che si presenteranno più chiuse di certe scatolette. Anche quest'anno ha a lungo dimostrato di poter essere incontenibile: gli è mancata la Champions, di sicuro avrà ancora sete.

GIGIO DONNARUMMA

Massì, mettiamoci anche l'unico nostro campione. L'uomo che nelle notti estive di tre anni fa fece la differenza, e non soltanto ai rigori contro l'Inghilterra.

Nel deserto tecnico di una nazionale composta da buoni giocatori e nessun crack, Donnarumma resta l'unico pezzo di pregio. Starà a lui dimostrare che può essere leader autentico come nel 2021: certo, non segna, ma evita gol già fatti. E può fare tutta la differenza per gli azzurri, già attesi da un girone intricato.

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