Conte nervosetto, ecco perché potrebbe lasciare il Napoli a fine stagione

Le dichiarazioni sibilline dopo la vittoria col Milan mettono a rischio il rapporto tra Conte e il Napoli. Ecco cosa c'è dietro il nervosismo del tecnico leccese

Conte nervosetto, ecco perché potrebbe lasciare il Napoli a fine stagione
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Il futuro di Antonio Conte sembra ancora in bilico. Nonostante il contratto che lo lega al Napoli fino a giugno 2027, non si escludono colpi di scena quando a fine stagione il tecnico salentino si troverà faccia a faccia con il presidente Aurelio De Laurentiis.

A otto giornate dalla fine del campionato, il Napoli è in piena lotta scudetto contro l'Inter e Conte come sempre ha fatto il suo, rivitalizzando un gruppo smarrito dopo la conquista dello scudetto. "Stiamo facendo miracoli" sta ripetendo da un po' l'allenatore azzurro, quasi a voler rimarcare i suoi indubbi meriti, di aver riportato i partenopei a competere di nuovo per il tricolore. "Dobbiamo essere feroci, restano otto partite e poi penseremo al futuro" ha detto ancora Conte dopo la vittoria contro il Milan. Parole doverose e che non sorprendono, perché di sicuro il Napoli affronterà le restanti partite come fossero tutte finali. Su questo non ci sono dubbi. Ma è il non detto che tiene in apprensione i tifosi napoletani. Con ancora due anni di contratto non sarebbe stato meglio chiudere la questione, rassicurando tutti sulla sua permanenza in azzurro? Una domanda legittima ma anche ingenua, che chi conosce bene Antonio da Lecce non farebbe mai.

La sua carriera è infatti caratterizzata da addii clamorosi. La prima volta da tecnico del Bari, quando rimise il mandato nelle mani di Vincenzo Matarrese, convinto che fosse impossibile ripetersi dopo la trionfale promozione in Serie A. Sulle separazioni con Juventus e Inter c'è una ampia letteratura. I bianconeri furono mollati nel bel mezzo del ritiro perché "non si può entrare con dieci euro in un ristorante da cento". Più tormentato invece lo strappo con i nerazzurri, sventato dopo la finale persa con il Siviglia e poi irrimediabile a scudetto conquistato quando il futuro della Beneamata sembrava più nero che azzurro, a causa dei guai di Suning. Tutte situazioni queste legate da un filo rosso e che portano alla medesima conclusione. Conte vuole garanzie, è stanco di fare miracoli, altrimenti saluta e va via. Non c'è contratto che tenga. Il messaggio tra le righe a De Laurentiis è già arrivato.

La cessione di Kvaratskhelia al Paris Saint-Germain, senza un adeguato sostituto, nonostante i 70 milioni entrati nella casse societarie, potrebbe aver rotto l'idillio tra i due. Di sicuro il Conte di inizio stagione che fieramente affermava di essere lui a decidere chi viene e chi va via da Fuorigrotta non c'è più. Adesso è cupo e pensieroso, determinato a compiere l'ennesimo capolavoro della carriera. Poi penserà al futuro.

Le sirene, vere o presunte che gli arrivano da Juventus e Milan, c'entrano poco. Lui ha sempre fatto così.

Insomma anche se De Laurentiis è un osso duro, è inutile fare previsioni. Può succedere di tutto tocca al presidente azzurro la prima mossa: rilanciare o passare la mano. Come una partita di poker a carte scoperte. Non sono ammessi bluff. A quel punto Conte deciderà il proprio futuro.

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