Cosa deve fare Inzaghi per tenersi l’Inter

Dal vertice alla Pinetina con Marotta e Ausilio sono emersi almeno tre obiettivi chiari: giudizio positivo, ma basta giri a vuoto

Cosa deve fare Inzaghi per tenersi l’Inter

Le facce erano tirate, ma non troppo. Le parole acuminate, ma pur sempre compresse nell’ambito del confronto misurato. Non è stato irrituale, insomma, il mini vertice andato in scena ieri alla Pinetina tra Simone Inzaghi, Beppe Marotta e Piero Ausilio, anche se si addensava, intorno a quelle parole, una qual certa ansia da prestazione galoppante.

Prima una palettata di miele, a edulcorare le riflessioni più tetre. C’è un’Inter che è seconda in campionato, dietro soltanto al prodigioso Napoli di Spalletti. C’è una squadra che si giocherà l’accesso tra le prime otto d’Europa contro il Porto ed un gruppo che tenterà di accedere alla finale di Coppa Italia prevalendo nella semifinale con la Juventus. A osservarla così la Beneamata parrebbe una creatura lanciata. Quando però l’ambizione preme, gingillarsi con l’autocompiacimento serve decisamente a poco.

Perché l’inter – almeno in questa sua versione – è geneticamente progettata per vincere. Non c’è riuscita un anno fa, quando ha dovuto mestamente assistere al trionfo dei cugini. Non ci riuscirà con ogni probabilità nemmeno quest’anno, sverniciata in partenza dall’irresistibile sprint partenopeo. Certo, ha premuto in bacheca una Supercoppa, ma non basta. Non può bastare. Da Simone Inzaghi si pretende di più. E per quanto i risultati continuino ad oscillare dalla sua parte, la posizione del tecnico non può dirsi saldissima. Molto dipenderà da come verranno gestiti gli obiettivi rimanenti.

In campionato, ad esempio, sarà cruciale salvaguardare la seconda piazza. Basta passaggi a vuoto. Su questo la proprietà è stata nitida. I punti smarriti contro il Monza, l’Empoli e, da ultimo, contro la rediviva Samp, gridano vendetta per un club che culla sogni scintillanti. Napoli pressoché irraggiungibile, d’accordo. Ma quelle che oggi stanno sotto devono essere ricacciate indietro.

Poi c’è il versante Champions. La dimensione alta dei nerazzurri passa anche e soprattutto da qui. Il club ambisce a piazzare stabilmente i gomiti tra le prime otto d’Europa. Ci sarà prima da sbarazzarsi del Porto, anche se sarà agile come due sedute dal dentista. Resta comunque un target ampiamente abbordabile, anche alla luce del fatto che i cali di tensione stagionali sono intervenuti con le cenerentole. Quando è infuriata la contesa con gli altri giganti, l’Inter non ha mai tradito.

Meno abbagliante, ma non per questo trascurabile, sarebbe l’unico esercizio di sollevamento trofei davvero alla portata. La Coppa Italia passa per lo scontro titanico contro la Juventus: superato questo ostacolo, pare difficile ipotizzare che una tra Fiorentina e Cremonese possa resistere all’onda d’urto nerazzurra. Anche se lo snobismo, è un dato di fatto, ha sovente rosolato sulla graticola Inzaghi e i suoi.

Per non inciampare in una stagione da irrisolti, infine, Simone deve tentare con ogni fibra del suo intelletto calcistico di fare un nuovo acquisto. Non è possibile che Romelu Lukaku abbia disimparato a giocare. La riscossa del centravanti belga, una stagione fino a qui appagante come una serata di cineforum scandinavo senza sottotitoli, sarebbe manna celeste per Inzaghi.

Recuperarlo fisicamente e mentalmente per questo ultimo scorcio di stagione è una missione intricata, ma molto dipende dal mister. Anche da qui passerà il giudizio finale. Per non sorprendersi un risultatista d’insuccesso, dovrà incedere acrobaticamente da un punto all’altro. Congiungendoli, si assicurerà un futuro interista.

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