La questione della ristrutturazione dello Stadio Franchi di Firenze tracima nella politica, con la curva Fiesole che entra a gamba tesa durante l’entrata in campo dei Viola nel posticipo di domenica contro l’Udinese. La parte più calda del tifo della Fiorentina si è schierato con la solita ironia toscana alzando un paio di piccoli gazebo in cima alla curva, mostrando uno striscione con scritto “Tranquillo Nardella alla copertura ci s’è pensato noi”. Per chi non avesse ancora capito il messaggio, gli ultras viola si sono poi espressi con cori davvero inequivocabili, invitando il controverso sindaco della capitale toscana a togliersi di torno.
Più a rischio, invece, un altro striscione nel quale la curva afferma che “non sarà un napoletano a mandarci via dalla nostra città”. Per una volta, insomma, i tifosi della Fiorentina non si lamentano del rendimento dell’undici di Italiano o del mercato di riparazione della società toscana ma sembrano prendersela sia con il sindaco che con il governatore della Toscana Eugenio Giani, colpevoli di aver tergiversato troppo a lungo sul restyling del Franchi e aver messo la Fiorentina in una situazione poco invidiabile.
“Franchi traditori”
Che il clima allo stadio di Firenze sarebbe stato poco urbano si era capito nella serata tra sabato e domenica quando un gruppo di tifosi ha voluto esprimere la propria insoddisfazione per la gestione di questa vicenda con un cartello più che eloquente. Sui cancelli dello stadio storico della Fiorentina un cartellone con un fotomontaggio di Nardella e Giani intenti a baciarsi con una scritta a caratteri cubitali che lascia poco spazio ai dubbi: “Franchi traditori”. Il foglio è stato tolto poco dopo ma non prima che il messaggio passasse al resto della tifoseria, che sta guardando con estrema preoccupazione il calendario dei lavori previsti e, soprattutto, dove andrà a giocare la squadra gigliata fino alla riapertura del Franchi. La confusione, che dura da anni, ha fatto perdere la pazienza al caldissimo tifo viola, che ora pretende risposte chiare dalla politica toscana.
Ad arroventare il clima il fatto che quel summit tenutosi giovedì scorso nella prefettura di Firenze, che avrebbe dovuto fornire risposte definitive, non ha modificato granché la situazione. Attorno al tavolo, con la presenza del prefetto Francesca Ferrandino, i dirigenti di Fiorentina ed Empoli, i sindaci Nardella e Barnini con il governatore Giani, tutti impegnati nel trovare una casa per i Viola fino a quando, non prima del 2027, lo storico impianto fiorentino riaprirà al pubblico. I lavori, infatti, dovrebbero iniziare entro aprile e per tre anni impediranno che al Campo di Marte si giochino partite di calcio. La soluzione più semplice sembrava quella di trasferire le gare interne ad Empoli, visto che il Castellani è idoneo alla Serie A ma l’idea non sembra convincere il club azzurro. I tifosi non l’hanno presa benissimo e chiamano alla “solidarietà” tra toscani, ben difficile in una terra dove il campanilismo è una religione civile.
Un pasticcio senza fine
Il trasferimento al Castellani non sembra piacere a nessuno a parte Nardella e Giani: la prima cittadina di Empoli si preoccupa dell’ordine pubblico, la Fiorentina teme danni pesanti dal punto di vista economico, visto che l’impianto è troppo piccolo per gli oltre 17mila abbonati. Se poi i toscani dovessero qualificarsi alla Champions League, trasferirsi fuori dalla Toscana sarebbe quasi certo. C’è chi ha suggerito il “Padovani”, impianto a pochi passi dal Franchi usato per le gare di rugby ma non sarebbe una soluzione adeguata: passare dai duemila ai dodicimila posti richiesti dalla Lega Calcio non sarebbe né semplice né economico. Giocare in un impianto dimezzato sarebbe una iattura per la società toscana, che ha già fatto sapere che non è disposta a spendere un euro di più. Se Joe Barone sostiene la necessità di trasferirsi fuori dalla regione, i tifosi non accetterebbero a cuor leggero un’ipotesi del genere. Si potrebbe anche rimandare i lavori al Franchi ma il rischio è quello di perdere i finanziamenti del Pnrr, visto che, secondo il Piano nazionale complementare, i fondi vanno impiegati entro date precise.
L’unica cosa certa è che, da febbraio, la storica curva “Ferrovia” chiuderà al pubblico per dare il via ai lavori di ristrutturazione, un percorso a tappe che dovrebbe consegnare a Firenze uno stadio rinnovato, pronto per gli Europei di calcio. L’insofferenza di Rocco Commisso e della Fiorentina per l’intera vicenda è comprensibile, visto che più volte la politica toscana si è messa di traverso quando il patron viola ha proposto di costruire uno stadio completamente nuovo. Quando la Sovrintendenza ai beni artistici ha posto il veto, visto che l’impianto del 1931 è opera del celebre ingegnere Pier Luigi Nervi, la Fiorentina si era tirata fuori. Si mormora che Commisso stia ancora provando a replicare il successo del Viola Park, l’avveniristico centro di allenamento aperto fuori Firenze, ma, al momento, sono solo voci di corridoio.
Se la situazione non si chiarirà in fretta, il rischio per Nardella e Giani è che non debbano affrontare solo i tifosi imbufaliti. Se dovessero perdere davvero i fondi legati al Pnrr sarebbe una Caporetto di proporzioni bibliche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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