Le scene viste ieri sull'autostrada A1 fanno ripiombare il tifo italiano in un abisso dal quale il calcio sembrava essersi allontanato. L'area di servizio di Badia al Pino, nei pressi di Arezzo, si è trasformata in un campo di battaglia che per 50 minuti ha paralizzato il traffico sulla più importante arteria stradale del Paese. A firmare la contesa sono stati i tifosi di Napoli e Roma, entrambi in trasferta al nord, i primi verso Genova e i secondi verso Milano. Un incontro che non sembra essere stato affatto casuale: c'è l'ipotesi che le due tifoserie si fossero date appuntamento, per antichi contrasti e ruggini. Una sorta di resa dei conti per l'odio che risale alla tragica morte del supporter napoletano Ciro Esposito, nel 2014 a Tor di Quinto, per mano di un ultrà romanista. Che l'assalto fosse organizzato lo dimostra quanto accaduto a Genova ieri pomeriggio.
A un'auto con a bordo quattro persone è stato intimato l'alt dalla polizia stradale all'altezza di Genova Nervi. Una richiesta non rispettata da parte del veicolo, che ha forzato il blocco di polizia. Inevitabile a quel punto l'inseguimento, curato pochi minuti prima che la pattuglia riuscisse a raggiungerli. A bordo c'erano quattro giovani napoletani di età compresa tra i 21 e i 27 anni. A seguito del controllo della vettura da parte degli agenti, nel bagagliaio dell'auto sono state trovate alcune mazze, per le quali è stato denunciato il conducente. Tutti e quattro sono stati portati in questura per l'identificazione. Ieri i controlli di Polstrada e Digos sono stati intensificati e solo la polizia genovese ha identificato circa 80 ultrà napoletani. Sono stati fermati a Genova Est a bordo di nove pulmini. I tifosi, dopo le formalità, sono stati fatti tornare indietro e scortati fino al loro arrivo a Napoli.
"Come Sindacato di Polizia chiediamo urgente intervento del Governo con pene dure ed esemplari, questi finti-tifosi hanno messo a rischio la vita della tanta gente che attraversava l'autostrada più importante d'Italia per raggiungere le proprie mete con le proprie famiglie, lavoratori sui mezzi pesanti che hanno vissuto attimi di terrore", dichiara Andrea Cecchini del sindacato di polizia Italia Celere. Posizione condivisa anche da Stefano Paoloni, del sindacato Sap: "Quelli che ieri si sono scontrati sulla A1 non sono tifosi ma sono delinquenti al pari dei black block. Abbiamo assistito ad atteggiamenti che in nome del falso tifo non possono essere tollerati, vanno presi provvedimenti seri ed importanti. Prima di tutto dovrebbe essere necessario vietare a coloro che potrebbero essere dei potenziali facinorosi le trasferte, dopodiché bisognerebbe rendere ancora più afflittivo il Daspo sportivo".
"Bisogna rendere molto più dure ed efficaci alcune sanzioni. Riteniamo che la chiave di volta, come ho già accennato al ministro Piantedosi, sia lo stretto rapporto di collaborazione tra tutte le istituzioni. Alcuni incidenti avvengono fuori dallo stadio con appuntamenti da Far West per picchiarsi e dare sfogo alle proprie tensioni, questo è inaccettabile e vergognoso", ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
In un suo intervento a margine di un evento, il sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco ha dichiarato all'Ansa: "Credo vada usato il pugno duro con i violenti ma bisogna distinguerli dai veri tifosi e non fare di tutta un'erba un fascio. Immagino che vadano valutati provvedimenti molto restrittivi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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