Che il calcio non fosse più quello di una volta ce n'eravamo già accorti ma un mondiale con così tante sorprese non ce lo ricordiamo. Dopo il pesante tonfo dell'Albiceleste di Messi, ecco che cade la grande che non ti aspetti: la Germania quattro volte campione del mondo, quella che sul palcoscenico più importante di solito si trasfigura. Come successo con l'Arabia Saudita, anche stavolta è il secondo tempo a risultare fatale alla Mannschaft. Se nel primo tempo la Germania sembrava giocare al gatto col topo, quando la stanchezza si fa sentire il Giappone piazza un uno-due micidiale. Al rigore di Gundogan rispondono due dei nuovi ingressi in campo: prima Doan, poi Asano affossano la Germania. Il forcing finale disperato degli uomini di Flick non serve a niente. La batosta è di quelle pesanti ma servirà rialzarsi in fretta: domenica contro la Spagna di Luis Enrique è già una gara da dentro o fuori.
La partita
Allo splendido Khalifa International Stadium di Al Rayyan folla delle grandi occasioni, con il pubblico animato dall’entusiasmo dei coloritissimi tifosi dei Samurai Blue, sempre convinti che questo sia il mondiale buono per la svolta degli ex campioni d’Asia. Hansi Flick è costretto a fare a meno del talento di Leroy Sanè, infortunato in allenamento e punta tutto sulla combinazione tra l’esperienza di Thomas Mueller e la concretezza di Kai Havertz. Occhi puntati poi sul talentino del Bayern Musiala, che all’Allianz Arena sta facendo vedere grandi cose.
Il tecnico nipponico Moriyasu schiera un undici a specchio ma deve rinunciare a due dei talenti più brillanti, l’ex Bologna Tomiyasu e l’ex Liverpool Minamino. Gli asiatici sono comunque da prendere con le molle: alla difesa incentrata sugli “italiani” Yoshida e Nagatomo fa da contraltare un attacco finalmente meno asfittico che si affida all’estro di Kamada e del “Messi asiatico” Kubo. Le squadre si conoscono bene, visto che sette degli undici titolari in blu giocano nella Bundesliga, ma sulla carta la differenza di classe è evidente. Dopo il trionfo dell’Arabia Saudita, questo stadio vivrà un’altra grossa sorpresa?
Primo tempo
La Mannschaft prova ad imporre il proprio ritmo fin dall’inizio, ma gli asiatici rimangono ordinati, riuscendo poi a colpire in ripartenza. All’8° minuto gli europei rischiano il tracollo: contropiede micidiale, filtrante di Ito che trova la corsa di Maeda. Neuer è battuto ma si alza la bandiera del guardialinee. La Germania continua a macinare gioco ma la retroguardia giapponese regge, affidandosi solo alle ripartenze. Musiala e Mueller cercano l’uno contro uno, ma il raddoppio sistematico degli uomini di Moriyasu è efficace. Per minacciare la porta di Gonda serve uno schema da calcio d’angolo: l’ex romanista Rudiger è solo ma non inquadra la porta.
Al 20’ la Germania, incapace di trovare spazi in area, prova da fuori: gran botta di Musiala che Gonda respinge senza troppi problemi. Il giro palla della Germania è fin troppo compassato, mentre il Giappone riesce spesso ad approfittare delle imprecisioni della retroguardia tedesca. La Mannschaft, poco alla volta, alza il baricentro e si presenta dalle parti di Gonda con più continuità. Il Giappone a malapena riesce a passare la linea di centrocampo. Alla mezz’ora la svolta: Kimmich dalla tre quarti trova la penetrazione di Raum. Completamente solo in area di rigore, il portiere nipponico è costretto ad un intervento scomposto. Calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta Ilkay Gundogan che spiazza senza problemi Gonda. 17 reti per il centrocampista del Manchester City, sempre glaciale dal dischetto.
I Samurai Blue provano a reagire ma non riescono a cambiare marcia. Kubo e Ito si dannano l’anima ma la lucidità non è quella dei tempi migliori. Proprio quando il Giappone sembrava non averne più, la Mannschaft colpisce ancora. Dopo una bella azione Gnabry riprende la respinta corta di Gonda e la indirizza verso Havertz che segna a porta vuota. Fuorigioco evidente ma ci vuole il VAR per annullare il 2-0. Sul rovesciamento di fronte, Maeda prova a capitalizzare una delle pochissime palle buone: colpo di testa che esce di poco. Il Giappone torna negli spogliatoi in debito d’ossigeno: parecchie cose da rivedere per Moriyasu.
Secondo tempo
Il Giappone torna in campo cambiando modulo: fuori il folletto Kubo, dentro Tomiyasu a dare man forte alla linea difensiva. La Germania sembra non accorgersene nemmeno: ennesimo attacco con Gnabry che scheggia la traversa. Sulla ripartenza Ito si accentra, libera il tiro di Kamada che finalmente impegna Neuer. Più spazi in difesa, un invito a nozze per Musiala che semina il panico: davvero impressionante il potenziale del talento anglo-tedesco. Il Giappone prova ad alzare la pressione ma di fronte alla porta manca precisione e lucidità. Il tecnico nipponico prova a scompigliare le carte mettendo Mitoma, che al Brighton di De Zerbi sta facendo bene ed Asano al posto di Maeda in avanti. Musiala è sempre il pericolo pubblico numero uno; da un suo passaggio Gundogan spara da fuori area, scheggiando il palo. Il Giappone si spinge in avanti, aprendo il fianco al contropiede tedesco ma, col tempo, diventa sempre più pericoloso. Flick capisce che servono forze nuove: fuori Gundogan e Mueller, dentro Goretzka e Hofmann. La Germania prova ad ammazzare la partita: Gnabry e Hofmann mettono alla prova più volte Gonda ma il portiere risponde sempre presente.
Il Giappone non molla e mette in serio imbarazzo la Mannschaft: Ito e Sakai costringono Neuer ad una paratona. Moriyasu si gioca il tutto per tutto buttando in campo anche Minamino ed i Samurai Blue finalmente trovano il pari: azione corale che coinvolge tre nuovi entrati, ennesimo intervento miracoloso di Neuer ma il portiere del Bayern non può niente sul tap-in di Doan. Alla fine la Germania paga le troppe imprecisioni in difesa. Flick capisce il momento critico: fuori Musiala e Havertz, dentro l’eroe del Maracana Goetze e il centravanti Fullkrug. Invece della reazione d’orgoglio della Germania, l’ennesima sorpresa di questo strano mondiale: punizione profonda che scavalca il centrocampo e trova Asano sulla destra. L’avanti del Bochum si libera di Schlotterbeck e spara un tiro secco e preciso sotto la traversa. Neuer incolpevole, tifosi tedeschi attoniti.
La Mannschaft si riversa tutta in avanti ma il Giappone vola sulle ali dell’entusiasmo e crea parecchi grattacapi ad una linea difensiva ancora sotto shock. Nel finale entra anche il classe 2004 Moukoko per gli ultimi sette minuti di speranza per i quattro volte campioni del mondo. Il recupero è una sofferenza ma la Germania sembra a corto di idee. Ci prova Goretzka con un gran tiro da fuori ma la confusione in campo è tanta. Neuer si getta in attacco, prova il tutto per tutto ma non serve a niente. Finisce così, con tre punti clamorosi ma del tutto meritati per gli ex campioni d'Asia. La Germania stecca ancora il debutto: dopo il Messico in Russia, ecco il Giappone in Qatar. Contro la Spagna vietato sbagliare.
Il tabellino
GERMANIA (4-2-3-1) - Neuer; Sule, Rudiger, Schlotterbeck, Raum; Kimmich, Gundogan (68’ Goretzka); Gnabry (89’ Moukoko), Muller (68’ Hofmann), Musiala (78’ Goetze); Havertz (78’ Fullkrug). A disposizione: Ginter, Kehrer, Goretzka, Fullkrug, Goetze, Trapp, Klostermann, Brandt, Hofmann, Sane, Gunter, ter Stegen, Adeyemi, Bella-Kotchap, Moukoko. Ct: Hans-Dieter Flick
GIAPPONE (4-2-3-1) - Gonda; Sakai (74’ Minamino), Itakura, Yoshida, Nagatomo (56’ Mitoma); Endo, Ito; Kamada, Tanaka (70’ Doan), Kubo (45’ Tomiyasu); Maeda (56’ Asano). A disposizione: Kawashima, Yamane, Taniguchi, Shibasaki, Doan, Mitoma, Minamino, Morita, Tomiyasu, Asano, Machino, Ueda, Schmidt, Soma, Ito. Ct: Hajime Moriyasu
Marcatori: 33’ Gundogan (rig) (GER), 74’ Doan (GIA), 82’ Asano (GIA)
Ammoniti: nessuno
Arbitro: Ivan Barton Cisneros (El Salvador)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.