Il bilancio in passivo per la sesta stagione consecutiva (saremo a oltre 700 milioni complessivi), la necessità di vendere alcuni tra i giocatori più forti, o per lo meno quelli col mercato migliore, e poi costruire la squadra che, probabilmente senza le coppe, darà la caccia allo scudetto (e peraltro con la Conference da giocare sarebbe persino peggio). Alla prima Juventus post Agnelli servirebbe un mago, o meglio serve l`uomo della provvidenza. Hanno convinto John Elkann che fosse Cristiano Giuntoli, lo hanno aspettato per un mese e l`hanno finalmente portato a Torino.
E la Juventus riparte, il primo obiettivo di Giuntoli è centrare la sintonia giusta con Max Allegri. Rumors non confermati e magari falsi dicono che nessuno dei due volesse l`altro, ma tant`è. Allegri è rimasto e Giuntoli è arrivato, ora c`è da capire e capirsi, verificare le offerte per Vlahovic e Chiesa e Bremer, piazzare gli esuberi e costruire la squadra, soprattutto c`è tanto da fare.
Con Giuntoli la Juventus post Agnelli somma finalmente un vero uomo di calcio a manager di conto e di legge e Allegri trova un interlocutore importante, che forte dei risultati ottenuti in carriera, a Napoli ma anche a Carpi, ha tutta la stima e la fiducia della proprietà (contratto quinquennale, per firmare il quale ha rinunciato a circa 2 milioni lordi che ancora doveva incassare dal Napoli), un po` come fino al 2018 ce l`aveva Beppe Marotta, poi liquidato velocemente quando Andrea Agnelli pensò che fossero più proficue le scorciatoie, invece rivelatesi letali. E Marotta in pochi mesi è passato alla concorrenza diretta, rinforzando l`Inter con la sua storia e le sue conoscenze. Ha certamente sbagliato qualche acquisto (Correa, Gosens), ma chi non lo fa?, e pur tra notevolissime difficoltà economiche (eufemismo) è riuscito a rendere l`Inter sempre più competitiva, fino a portarla alla finale di Istanbul (la terza della sua carriera di manager, dopo le 2 con la Juventus). Un altro uomo della provvidenza, cui Zhang ha rinnovato la fiducia lo scorso anno fino al 2025, minimo 7 anni di Inter dopo 8 di Juventus.
La storia del calcio e dei suoi club è del resto spesso legata più ai dirigenti che agli allenatori, che ruotano molto più velocemente. Pensiamo per esempio al Milan di Berlusconi, che senza mai mettere in discussione Adriano Galliani e Ariedo Braida, ha costruito le sue fortune (29 trofei in 31 anni) pur con la naturale girandola di tecnici in panchina.
O al mitico Italo Allodi, architetto della grande Inter di papà Moratti all`inizio degli anni `60 e poi capace di firmare anche il primo scudetto del Napoli, nell`87, dopo essere passato in carriera anche alla Juventus (fu il «tutore» del giovane presidente Boniperti) e alla Fiorentina, oltreché nel settore tecnico della Federcalcio. Perché gli uomini della provvidenza (calcistica) non sono una novità dei tempi moderni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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