Indagine ultras, la Figc apre l’inchiesta sportiva: cosa rischiano Inter e Milan

Con l'arrivo degli atti dalla Procura di Milano, la Federcalcio ha aperto l'inchiesta sul comportamento delle società milanesi nel caso ultras. Le sanzioni vanno da ammende finanziarie a punti di penalizzazione

Indagine ultras, la Figc apre l’inchiesta sportiva: cosa rischiano Inter e Milan
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Dopo le mille polemiche e speculazioni, gli atti della Procura di Milano sulle curve di Inter e Milan sono approdati sul tavolo della Figc, che ha aperto un’indagine dal punto di vista sportivo. Ora che la questione sarà affrontata dalla giustizia sportiva si può iniziare a capire quali potranno essere le conseguenze nei confronti dei vari tesserati delle società milanesi coinvolti nelle indagini e cosa rischino nello specifico i due club meneghini. A giudicare dalle parole del Ministro dello Sport Giovanni Abodi, il trattamento potrebbe essere severo e riguardare il “mancato rispetto dei principi di lealtà sportiva”.

La Federcalcio apre l’inchiesta

Secondo quanto riportato nella mattinata di mercoledì 27 novembre, la procura della Federcalcio ha ricevuto gli atti dell’inchiesta che vede coinvolti gli ultras delle curve di Milan e Inter, rispondendo alla richiesta fatta lo scorso primo di ottobre. Se finora l’operazione che ha visto l’arresto di 19 capi ultrà delle due curve ha riguardato solo l’aspetto penale della faccenda, l’indagine della giustizia sportiva che ha preso il via oggi esaminerà le responsabilità delle due società e dei loro tesserati. Al momento, niente è escluso e le sanzioni potrebbero variare da una pesante ammenda in termini economici fino all’inibizione dalle attività sportive o una squalifica a tempo. La richiesta della Federcalcio sarebbe giustificata dalla necessità di verificare se vi siano state condotte “rilevanti” sul fronte sportivo sia da parte di Milan e Inter che da parte dei tesserati che sono stati oggetto di intercettazioni o testimonianze dirette.

Sede Federcalcio

Il procuratore federale della Figc, Giuseppe Chinè, ha chiesto ai pm milanesi di trasmettere tutti gli atti che non siano vincolati dal segreto istruttorio, così da avere un punto di partenza solido per l’indagine sportiva. L’ipotesi di reato relativa alle relazioni tra i capi ultrà ed i tesserati delle società meneghine si rifa all’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva, relativo alla prevenzione dei fatti violenti. Il comma 10 specifica che Ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società. Dette convenzioni, stipulate secondo le condizioni previste dall'art. 8 del D.L. n. 8/2007 convertito in legge con la L. n. 41/2007, devono essere validate dalla Federazione. In ogni caso tali rapporti devono essere autorizzati dal delegato della società ai rapporti con la tifoseria”. L’inchiesta della Figc dovrà valutare se questi contatti siano stati involontari, cosa che è del tutto legittima, o se siano stati più continuativi, coinvolgendo le stesse società. Se la procura federale provasse un reato del genere, si potrebbe arrivare anche ad una penalizzazione nel campionato in corso, cosa che fa rabbrividire i tifosi delle società milanesi.

Abodi: “La Figc prenda posizione”

Da quanto si è saputo sull’inchiesta della Procura di Milano, ad essere coinvolti in maniera più assidua sarebbero stati i tesserati nerazzurri, dal mister Simone Inzaghi a Barella, Calhanoglu, l’ex Skriniar ed il vice presidente Javier Zanetti. Lato Milan, invece, solo il capitano Davide Calabria è stato sentito ma potrebbe non essere l’unico tesserato coinvolto. Gli sviluppi di questa vicenda certo poco edificante hanno spinto il Ministro dello Sport Abodi a rilasciare un commento, invitando in maniera netta le istituzioni sportive a trattare questa vicenda con la massima severità.

Giuseppe Abodi Torino 2024

Per il ministro “non è un fenomeno passeggero e non riguarda solo Milano, è un fenomeno drammatico, non è esuberanza di una curva. Non parliamo solo di cori razzisti, ma parliamo di criminalità organizzata che si inserisce nelle maglie del tifo. Mi aspetto un segnale dalle istituzioni sportive e calcistiche perché non venga sottovalutato il tema e che la federazione prenda una posizione.

La giustizia sportiva non è un doppione di quella ordinaria, ma si muove sul mancato rispetto di principi di lealtà sportiva”. Vedremo se l’invito del ministro servirà a velocizzare l’inchiesta sportiva, così da evitare che il rischio di sanzioni finisca con l’essere una spada di Damocle sulla testa di Inter e Milan.

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