
Benvenuti all’ennesimo episodio della telenovela “Josè Mourinho Football Club”. Roba da fare invidia alle infinite puntate del Maurizio Costanzo Show. Non passa settimana infatti senza che l’ex Special One (ormai degradato a prevedibilissimo “Normal One”) metta in scena una delle sue performance. Offese, gesti sconvenienti, dichiarazioni provicatorie: tutto fa brodo, purché se ne parli. Del resto, è questa la comune strategia di chi sa bene di essere sul viale del tramonto ma cerca di percorrerlo senza la cappa angosciante dell’oblio; e allora non resta che far rumore: così, giusto per dimostrare al mondo (e a se stesso) che si è ancora sulla breccia. L'ultima (ultima?) “mourinhata” è di ieri sera, quando il portoghese ha deciso di farla pagare cara al suo collega di bravata del Galatasaray, Okan Buruk, tirandogli il naso nel tentativo di allungarglielo sul modello Pinocchio.
La colpa del malcapitato Baruk? Aver battuto il Fenerbache, la squadra tutt’altro che inossidabile del Mou in versione turca. Ma, in tema di “falli di mano”, Josè è recidivo: basti pensare a quando nel 2011, in Supercoppa di Spagna, mise un dito nell'occhio a Tito Vilanova, secondo di Guardiola al Barcellona.
Ormai in Turchia (e non solo lì) Mou è percepito più che altro come un fenomeno folcloristico capace di qualsiasi esibizione sopra le righe. Tanto per rendersi “simpatico” a chi gli sta passando uno stipendio da nababbo e al campionato che lo sta ospitando, qualche mese fa ha dichiarato: "Credo che a Londra solo mio figlio veda la Lega turca. Nessun altro. Pubblicherò il rigore (un presunto rigore negato alla sua squadra ndr) sul mio Instagram, che credo abbia più di cinque milioni di seguaci, in modo che all'estero sappiano cos'è la lega turca".
E poi, non ancora sazio: "Prima di venire al Fenerbahçe non vedevo il campionato turco. È troppo grigio, scuro, puzza”.
Poco più di un mese fa a Mourinho erano state inflitte quattro giornate di squalifica dopo il derby di Istanbul: il tecnico portoghese aveva preso due turni per razzismo, avendo detto ai componenti della panchina avversaria che "saltavano come scimmie", e altre due per una frase ritenuta offensiva riferita al quarto uomo. Prima ancora c'era stato un botta e risposta via social con Mauro Icardi che gli aveva dato del “piagnucolone”. Risposta del Mou: “Capra!”. Ma almeno avrà pagato i diritti d’autore al professor Vittorio Sgarbi?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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