Insulti razzisti a Akinsanmiro. Lui reagisce e finisce ammonito

Sarebbe stato opportuno sospendere la partita, rimandare le due squadre negli spogliatoi, individuare gli idioti razzisti. E il Brescia non ha nemmeno chiesto scusa

Insulti razzisti a Akinsanmiro. Lui reagisce e finisce ammonito
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C’è gente che va allo stadio di football e insulta uno perché ha la pelle nera. C’è gente, nascosta nel canneto degli ultras, che sputa parole razziste verso un ragazzo di vent’anni venuto dalla Nigeria per giocare a pallone. Il sogno si è realizzato con il primo contratto con l’Inter che poi la ceduto in prestito. Si chiama Ebenezer Akinsanmiro e veste la maglia della Sampdoria, durante la partita a Brescia lo hanno ricoperto di ululati e offese perché è nero, anzi negro così si capisce meglio.

Ad un certo punto Ebenezer ha messo in fuorigioco non gli avversari ma quella tribù che stava in curva e continuava a berciarlo, ha raccolto il pallone e, rivolgendosi alla ciurma, ha preso a fare il verso e i movimenti della scimmia, battendosi il petto e saltellando nell’area del portiere. L’arbitro, per regolamento, lo ha ammonito ma questo è un asterisco rispetto allo scandalo delle dichiarazioni dell’allenatore del Brescia secondo il quale il ragazzo aveva istigato alla violenza il pubblico. Infatti qualche minuto dopo, Semplici, l’allenatore della Doria, lo ha richiamato in panchina e Akinsanmiro è uscito tra fischi e insulti perché questo è il nostro meraviglioso pubblico.

Sarebbe stato opportuno sospendere la partita, rimandare le due squadre negli spogliatoi, individuare gli idioti razzisti, utilizzare il var delle loro facce, non limitandosi al daspo ma pubblicando i loro identikit perché tutti, parenti, affini, vicini di casa, datori di lavoro sappiano con chi

hanno a che fare. Non è accaduto, non accadrà, il Brescia non ha nemmeno chiesto scusa, come altre cento società nostrane nelle stesse ignobili condizioni, intanto i vigliacchi continuano a vincere, palla al centro, si gioca.

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