Juventus, parla l’ex segretario Lombardo: “Documenti? Meglio tenerli riservati”

L'ex segretario generale avrebbe confermato agli inquirenti come i documenti contenenti gli accordi riservati sarebbero stati con lui in una valigetta 24 ore al giorno. L'ex Dybala, poi, minaccia cause se non avrà i 3 milioni degli stipendi arretrati

Juventus, parla l’ex segretario Lombardo: “Documenti? Meglio tenerli riservati”

Nuova giornata, nuove indiscrezioni trapelate dall’inchiesta Prisma sulle irregolarità nei bilanci e le plusvalenze fittizie della Juventus. Ad uscire chissà come, stavolta, sono le parole dell’ex segretario generale della società torinese, Maurizio Lombardo. Nel corso dell’interrogatorio coi pm e gli agenti della Guardia di Finanza, l’attenzione si sarebbe concentrata sul contenuto di una valigetta che, a sentire gli inquirenti, potrebbe causare più di un problema alla Vecchia Signora. Sarebbe proprio lì che le cosiddette side letters, coi dettagli degli accordi tra la Juve ed i giocatori mai depositati nelle sedi previste dai regolamenti sarebbero stati tenuti al sicuro. Le parole, riportate dall’edizione torinese del Corriere della Sera, aprono uno spaccato sull’estrema riservatezza che circondava la materia.

Juventus Agnelli Nedved

"Meglio che i documenti non escano"

Questi documenti “erano tenuti in una cartellina marchiata Juventus e ce l'avevo sempre con me, in una valigetta". L’ex dirigente bianconero, oggi alla Roma, non si separava mai da questi documenti, 24 ore al giorno, anche quando era fuori Torino. Come mai? “Poteva capitare che mi chiamassero a ogni ora e volessero sapere cosa ci fosse scritto (Paratici chiamava anche di notte)”. A quanto pare, tutti alla Juve erano ben consci che questi accordi non erano esattamente legittimi. Lombardo avrebbe affermato di sapere “che erano documenti che era meglio non uscissero”. Da qui ad ammettere possibili illeciti ce ne corre ma la premeditazione sembrerebbe presente.

A sentire l’ex segretario, infatti, a chiedergli di non tenere le carte in ufficio sarebbero stati Marco Re, ex direttore finanziario e Cesare Gabasio, attuale capo dell’ufficio legale della società. Era stato scelto di non depositarle perché “potevano generare un impegno a livello di bilancio” non solo per la Juventus ma anche per le controparti coinvolte dagli accordi, dai giocatori ad altre società di Serie A. Si parla solo del Sassuolo ma non è detto che nel resto dell’interrogatorio non siano stati coinvolti altri club.

Giuseppe Marotta, fotogramma

Il nodo plusvalenze e mercato

Lombardo avrebbe risposto alle domande degli inquirenti su vari dettagli delle operazioni di calciomercato che hanno coinvolto la Juve, con particolare attenzione alla mancata registrazione dei vari documenti. Secondo lui, non depositare in Lega accordi che non contenessero la cosiddetta recompra per la società sarebbe stata una necessità dovuta alle complessità del bilancio, visto che “altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza”. Vista la lunga esperienza dell’attuale dirigente della Roma, è stato in grado di spiegare quando siano nati i comportamenti che hanno portato agli attuali guai finanziari della società. Il momento della svolta, a sentire lui, sarebbe stato l’addio di Giuseppe Marotta e il passaggio di consegne alla nuova dirigenza sportiva.

Un passaggio niente affatto scontato che potrebbe rivelarsi importante nel corso del processo. “Mentre con Marotta le trattative erano più semplici e meno complesse, e anche la struttura era meno complessa, chi inizia a creare problemi è Federico Cherubini. Lui era il braccio destro di Paratici e cerca di crearsi uno spazio. Quindi cosa succedeva, loro dicevano: 'Viene uno a parametro zero, ma diamo un milione a un agente'. Io dicevo no, Marotta si rifiutava di firmare”. Un’accusa nemmeno troppo velata ai due principali protagonisti delle ultime, disastrose, sessioni di mercato della Vecchia Signora.

Paulo Dybala

La grana Dybala e il ricorso

Il tempismo di queste rivelazioni è abbastanza sospetto, visto l’accavallarsi di numerose vicende legate ai problemi giudiziari. Non molto tempo fa, infatti, la Juventus ha depositato il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni chiedendo esplicitamente la cancellazione della penalizzazione di 15 punti nella classifica di questa stagione di Serie A inflitta dalla Figc per il caso plusvalenze. Il documento è molto complesso ma, a sentire chi si è preso il tempo di esaminarle nel dettaglio, le 90 pagine avrebbero puntato il dito su parecchi errori procedurali tali da rendere annullabile la punizione inflitta alla società. Non si sa ancora quando il Collegio renderà nota la sua decisione ma secondo molti esperti del settore, alcuni dei quattro punti principali portati dalla Juve avrebbero un certo merito e potrebbero condurre ad un esito favorevole.

Decisamente meno positiva la notizia di una possibile causa portata dai rappresentanti dell’ex stella Paulo Dybala, legata alla cosiddetta manovra stipendi. Il campione del mondo argentino avrebbe offerto alla Juve di risolvere le pendenze e pagargli quanto dovuto degli stipendi differiti durante la pandemia senza adire a vie legali.

Le sue parole sono nette e chiare: "So che ad aprile 2023 la Juventus ha l’ultima opportunità per pagare quei 3 milioni circa. In caso contrario il mio avvocato farà delle richieste per iscritto, anche se io spero di non arrivare a tanto. Rivoglio i miei soldi ma senza fare nessuna causa, evitando problemi per me e la Juventus".

Una dichiarazione forse intempestiva, visto che le polemiche alla vigilia del cruciale incrocio di campionato tra la Juventus e la Roma di un altro famoso anti-juventino, José Mourinho, erano già al calor bianco.

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